Il mio viaggio 2014. Approccio alla stesura del mio diario di bordo.

Mi piace moltissimo viaggiare da sola, partire senza avere un itinerario preciso e con la possibilità di cambiare idea ogni momento, riguardo alle cose da fare e ai luoghi da visitare, ma non ho mai pensato di scrivere un diario. E’ questa la prima volta che prendo qualche appunto su come trascorro le mie intense giornate di vita vagabonda! Di tutti i viaggi realizzati fino ad ora non ho mai scritto nulla: ero convinta mi bastassero le fotografie e la memoria per ricordare tutti gli aspetti delle culture, dei paesaggi, delle persone incontrate. Ma non è stato così: i tempi e le situazioni si sono sovrapposti e affievoliti nel tempo e dei viaggi passati non è rimasto che un fievole ricordo lontano. Scrivere un diario mi avrebbe aiutata a mantenere viva l’esperienza, ma costituiva per me, un impegno troppo gravoso e, soprattutto, pensavo di non saperlo fare. Ero convinta di non essere capace di fissare con la parola scritta quello che vedevo con i miei occhi!

Myanmar, preghiera al Tempio Shwethalyaung Buddha.
Myanmar, preghiera al Tempio Shwethalyaung Buddha.

 

 

 

 

 

 

A circa un mese dalla mia partenza, dopo aver attraversato il Myanmar insieme alla mia amica Silvia era arrivato il momento di separarci, come previsto: lei se ne sarebbe ritornata a Roma, io sarei andata a Beijing, Pechino. Avrei proseguito il viaggio da sola, una condizione per me necessaria per riflettere e comprendere in profondità le situazioni.

Myanmar, Bagan, incontri sul percorso delle pagode.

 

 

 

 

 

Myanmar, incontri lungo i percorsi che portano ai numerosi templi di Bagan.

Era, forse, arrivato il momento di iniziare a prendere qualche appunto? Già prima della mia partenza dall’ Italia, Chiara, una mia amica sociologa, mi aveva proposto di scrivere qualcosa su questa avventura di centottanta giorni in giro per l’Asia. Allora, più che mai, mi era sembrata un’impresa impossibile!

Myanmar, pescatori sul lago Inle, nei dintorni di Nyaungshwe
Myanmar, pescatori sul lago Inle, nei dintorni di Nyaungshwe.

 

 

 

 

 

 

Qualcuno, però, dice che basta cominciare e così è stato! Ho iniziato a sentire il bisogno ed il piacere di scrivere qualche dettaglio in più, in particolare dopo aver visitato la prima parte della Cina, quando sono arrivata in Mongolia, dove il contatto con un mondo ancora incontaminato non può passarti inosservato. Proprio là, nella selvaggia Mongolia, con i suoi grandi prati immersi nel silenzio, sotto sprazzi di cielo senza nuvole, in un campo di tende yurte mongole, sovrastato da un cielo immenso, illuminato soltanto dalla debole luce tremolante delle stelle, ho scoperto il piacere di scrivere.

Mongolia, dintorni di Kathgal. Campo di Yurta o gher.
Mongolia, dintorni di Kathgal. Campo di Yurta o gher.

 

 

 

 

 

 

Man mano che scrivevo riuscivo a ricordare sempre più dettagli dei momenti appena trascorsi ed anche a recuperare dalla memoria quello che era rimasto dei giorni, ormai da un po’ di tempo, passati.

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