Il mio viaggio 2014: verso la Mongolia

Da Hohhot mi sposto in corriera verso il confine con la Mongolia. Man mano che il pullman avanza verso il Nord, il paesaggio si fa sempre più brullo e arido. Nella regione desertica circostante si scorgono qua e là, un’infinità di gigantesche sagome di dinosauro: sono delle opere molto realistiche, collocate lì per indicare la zona dove sono stati rinvenuti i loro reperti.

Mongolia, il Deserto dei Gobi visto dalla linea ferroviaria transmongolica
Mongolia, il Deserto dei Gobi visto dalla linea ferroviaria transmongolica

Poco prima della città di Erenhot compaiono i primi gruppi di accampamenti di tende mongole, con animali, motociclette e persone indaffarate nelle varie attività. Sono i villaggi con le abitazioni tipiche della zona, chiamate yurte o gher: appartengono alle tribù nomadi delle steppe, rimaste qui a vivere, nella Inner Mongolia cinese. Durante il percorso divento amica di Tulu, una giovane signora mongola che viaggia spesso per affari lungo questo tratto. Ha 30 anni ed è spostata con un militare mongolo che presta servizio ad un piccolo valico al confine con la Cina, riservato soltanto ai mongoli. Tulu e il marito hanno tre figli e abitano alla periferia di Ulaanbaatar, in una casa unifamiliare, insieme ai genitori di lui. Lei conosce molta gente ed è pratica di tutti i passaggi che si svolgono con i mediatori per attraversare con facilità il confine. Rimarrò insieme a lei fino ad Ulaanbaatar, poi non la incontrerò più se non attraverso facebook. Ad Erenhot, l’ultima cittadina cinese prima del confine, dobbiamo fermarci una notte: il tempo necessario per incaricare un mediatore di procurarci i biglietti del treno che parte da Zamyn Uud, la prima cittadina mongola, e arriva a Ulaanbaatar, la capitale. L’unico treno, giornaliero, partirà domani alle 18:00, ormai!

Cina, Erenhot, l'ultima cittadina cinese prima del confine con la Mongolia.Tai chi nel parco, verso le sei di mattina.
Cina, Erenhot, l’ultima cittadina cinese prima del confine con la Mongolia.Tai chi nel parco, verso le sei di mattina.

Il giorno dopo, appena sveglie, verso le 6:00 il sole è già alto nel cielo: dalla finestra dell’hotel vediamo il grande parco già affollato di gruppi di persone impegnate a seguire gli esercizi di tai chi a suon di musica. Noi due, invece, preferiamo andare in giro per i numerosissimi mercati coperti cinesi, fittissimi di mercanzie di ogni genere, che i mongoli acquistano qui per rivendere poi al loro Paese. Noto che Tulu non bada a spese: fa grandi acquisti di vestiario per sé e per tutti i parenti della sua numerosa famiglia. Conserva tutti gli scontrini, compresi quelli dell’albergo e dei pasti condivisi con me. Sul grande piazzale davanti all’hotel staziona l’affollato parcheggio dei pick up animato dal discreto vocio delle contrattazioni che si svolgono tra i taxisti e i viaggiatori. Percorriamo la distanza da Erenhot al confine insieme a delle donne mongole stracariche di borse, pacchi e sacchi. Anche Tulu ne ha in abbondanza! Un attimo prima di attraversare il confine incontriamo l’incaricato del nostro mediatore che ci consegna i biglietti del treno e ci restituisce i passaporti: una perfetta organizzazione!

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