Amarkantak (Madhya Pradesh) 2016

Amarkantak, 8 febbraio 2016. Pellegrini lungo la riva del Narmada.

M. Pradesh, Amarkantak, febbraio 2016. Pellegrini lungo il percorso del fiume Narmada.

4 febbraio 2016

Viaggio da Puri a Pendra Road, circa mille km in 22 ore con infiniti rallentamenti e lunghe fermate alle stazioni. Il viaggio comprende una notte e una giornata intera. La mattina quando mi sveglio il paesaggio si presenta tra il tardo autunno e l’inverno: le risaie, racchiuse nei loro terrapieni, sono rasate al suolo e tutta la campagna appare secca. In lontananza si vedono gruppi di alberi che più avanti si fanno più fitti. C’è un laghetto probabilmente formato in seguito agli scavi nelle miniere a cielo aperto di carbone e delle cave. Siamo nei pressi di Charadha.

Amarkantak, 8 febbraio 2016. Incontro di pellegrini lungo la strada che fiancheggia il Narmada.

M. Pradesh,  Amarkantak,  febbraio 2016. Incontro di pellegrini lungo la strada che fiancheggia il fiume Narmada.

Nei campi si vede qualche mucca pascolare, una donna tutta imbacuccata con in testa una sciarpa e avvolta in una coperta, con in mano un borsone sta attraversando la campagna. Vicino ad un casolare c’è un erpice di legno in attesa di essere usato. Sono le 8.00 di mattina e accanto a un piccolo corso d’acqua c’è già un grande bucato di lenzuola e tovaglie bianche stese sul terreno ad asciugare. Siamo appena giunti a Goilkera. Poco prima di entrare in stazione si vedono delle donne trasportare sul capo dei mattoni verso una casa in costruzione. Un’altra donna in sari sta accompagnando una mandria di mucche lungo una stradina polverosa e un’altra ancora sta andando in bicicletta lungo una via stretta, ma asfaltata. A Bistra salgono due donne con grossi cesti e una con un grande sacco sulla testa. Guardando dal finestrino di fronte si vedono degli operai con un piccone mentre scavano su un binario. Lungo il percorso vedrò diversi gruppi di operai lavorare, muniti di spranghe di ferro, sui binari. Ora c’è Raurkela, una stazione affollata con una rivendita di libri molto fornita.

donne del villaggio

Amarkantak, dintorni, febbraio 2016. Incontri di donne nei villaggi.

Uomini con il capo coperto dalla sciarpa annodata, ragazzi vestiti all’occidentale, qualche mendicante vestito da sadhu e alcuni sick passeggiano lungo la banchina. Spicca un grande cartello rosso con una scritta che vieta di fumare in quello spazio. Attraversiamo diversi ponti su fiumi quasi asciutti e arriviamo a Rajangpur. Anche questa zona appare immersa nella polvere sollevata dal movimento dei camion. Difatti, anche in questo territorio ci sono diverse miniere di carbone, delle fabbriche dismesse e delle centrali termoelettriche. Una fabbrica con numerose ciminiere si distingue dalle altre per la vastità della sua estensione e per i treni merci con i vagoni colmi di carbone intorno. In questa zona, come in diverse parti dell’Orissa, alcuni gruppi di abitanti si sono ribellati all’occupazione delle miniere da parte delle multinazionali. Si sono formati dei gruppi di terroristi che sono denominati “maoisti”e a volte accadono degli episodi di guerriglia e di azioni violente. Guardo dall’altra parte del treno e vedo che sono apparse delle colline alberate e più lontano le montagne.

Chhattisgarh, dintorni di Amarkantak, 7 febbraio 2016. Tramonto.

M. Pradesh, dintorni di Amarkantak, febbraio 2016. Tramonto.

Attraversiamo un altro lungo ponte che sovrasta un fiume quasi in secca e arriviamo a Champa, una grossa città. Il clima è decisamente caldo e la stazione è affollata di giovani seduti sdraiati sulle numerose panchine. Più avanti, vicino ad Akaltara, tra le strade polverose invase dai camion, si vedono due laghetti, probabilmente formati anche questi dopo gli scavi di sabbia e ghiaia. Si vede un trattore azzurro percorrere la stradina a fianco della ferrovia: un gruppo di persone stanno accalcate al posto di guida e due donne sono sedute nel cassone con i loro sari svolazzanti. Un altro trattore di color verde trasporta le pietruzze su cui poggiano i binari.

casa tipica, in terra battuta.

Amarkantak, febbraio 2016. Casa tipica in terra battuta.

Il treno rallenta: le reti ferroviarie indiane sono in continuo rifacimento e anche qui gruppi di uomini in posti diversi stanno sistemando le rotaie con le mazze. Ai lati della ferrovia si vedono delle risaie bruciate per la concimazione e si scorge qualche rara mucca che bruca qua e là quel po’ di erba che riesce a trovare nei campi giallognoli. In questa stazione si vedono file di donne e uomini allineati in attesa di salire sul treno.

Chhattisgarh, Amarkantak, 5 febbraio 2016. Negozio di verdure.

M. Pradesh, Amarkantak, febbraio 2016. Negozio di verdure.

Le donne portano dei grossi cesti e dei sacchi sulla testa. Molte hanno sia il capo sia la bocca coperti dal velo colorato del sari. A Bilaspur molti ragazzi e diversi uomini sono vestiti all’occidentale, ma portano la sciarpa sul capo legata intorno al collo e la camicia con le maniche corte. Tra i giovani si nota qualche troller, ma per lo più viaggiano con gli zaini. Qui salgono altri venditori con dei secchi di plastica pieni di succhi di frutta e d’acqua filtrata. Uno di loro ha trasformato un cesto in un negozio di cibi speziati e lo porta appeso al collo con un cordone.

Amarkantak, 8 febbraio 2016. Medicine ayurveda.

Amarkantak, febbraio 2016. Mercatino ayurvedico.

Una donna trasporta un cesto di banane tenendolo appoggiato alla vita in modo che i viaggiatori possano vedere la frutta. Tutto può diventare vendibile e tutto può essere utilizzato come banco di vendita portatile: secchi, cesti, scatoloni e giocattoli appesi alle braccia sono le bancarelle portatili più usate. Una donna cammina avanti e indietro con un mazzo di rametti verdi con appesi dei frutti piccoli e tondi dello stesso colore. Sta ripetendo come un mantra “cana, cana” che significa mangiare o cibo. Un giovane ne acquista due rametti e si mette subito a staccare le palline e a mangiarle con voracità. Un ragazzo di 28 anni vestito in modo elegante e laureato in storia mi chiede con insistenza delle informazioni riguardo alla mia famiglia. Vorrebbe venire in Italia ed essere aiutato a trovare qualsiasi lavoro. Riprendo più volte a leggere il mio e-book, lui si addormenta e poi se ne va, forse in un’ altra carrozza.

Chhattisgarh, dintorni di Amarkantak, 7 febbraio 2016. Pellegrini nel bosco dove, secondo la mitologia, la dea Narmada giocava da piccola.

Amarkantak, febbraio 2016. Pellegrini nel bosco dove, secondo la mitologia, la dea Narmada da piccola giocava.

Più tardi si siedono accanto a me due ragazzi di 22 anni: sono del Chhattisgarh e stanno andando a Delhi dove lavorano come ingegneri meccanici presso le Ferrovie dello Stato. In questo momento è arrivato Simone nella mia carrozza: non c’erano i posti vicini e abbiamo viaggiato in carrozze diverse: una alla sleeper 3 e l’altro alla 12.

Amarkantak, 5 febbraio 2016. Pellegrinaggio alla sorgente del fiume Narmada.

Amarkantak, febbraio 2016. Pellegrinaggio alla sorgente del Narmada.

Stiamo per arrivare a Pentra Road: il treno rallenta a fianco di un villaggio dove hanno acceso un grande fuoco, forse per bruciare i rifiuti. Dagli alberi scendono numerose delle scimmie di ogni età e alcuni viaggiatori le fotografano dalle sbarre del finestrino. Accanto alle baracche c’è un allegro tempio induista circondato da noci di cocco appese a dei nastri di colore rosso. I viaggiatori, quando il treno passa davanti al tempio congiungono le mani in segno di devozione. Ora ricompaiono le montagne che da un po’ erano scomparse: sono basse e ondulate e a volte vengono nascoste dagli altissimi alberi che fiancheggiano da vicino la ferrovia. Siamo arrivati a Pentra Road, nello stato federale del Chhattisgarh. Da qui c’è l’autobus per Amarkantak, ma non di sera. Ci sono diversi fuoristrada privati che vanno lassù, ma i prezzi sono molto alti rispetto ai mezzi pubblici e decidiamo di fermarci qui, a Pendra Road per una notte.

pellegrinaggio in cammino 2

Madhya Pradesh, Amarkantak. Pellegrini del Narmada.

5 febbraio 2016

Al mattino constatiamo che il fuoristrada collettivo per Amarkantak costa quasi quanto l’autobus e saliamo sul primo che incontriamo. Il percorso è tutto in salita su una strada immersa nella foresta e popolata da entrambe le tipologie di scimmie presenti in India. La cittadina è piccola, conta poco più di 7000 abitanti ed è un’importante meta di pellegrinaggio in quanto qui, tra le colline Maikas, nasce il fiume sacro Narmada. Cerchiamo un alloggio e visitiamo un ashram gratuito, ma le condizioni sono troppo spartane. Le stanze sono fornite soltanto di un materasso appoggiato sul pavimento di terra battuta.

Chhattisgarh, Amarkantak ashram, 8 febbraio 2016. Il sadhu.

Madya Pradesh, Amarkantak, febbraio 2016. Elari Ashram.

Ne visitiamo un altro, l’Elari Ashram, e qui ci accoglie un attivo sadhu di 65 anni di nome Elari, come il suo ashram. Ha ereditato la struttura dal suo guru che a sua volta l’aveva ricevuta in dono da un precedente guru e così la proprietà si è tramandata. Il sadhu e guru, ci racconterà nei giorni successivi che ha fatto questa scelta di vita a 25 anni, nel 1975.

Chhattisgarh, 8 febbraio 2016. Il guru dell'ashram.

Amarkantak, febbraio 2016. Il guru Elari.

Proviene da una famiglia di bramini, la casta più elevata ed è un seguace di Vishnu, una delle 3 principali divinità indù oltre a Shiva e Brahma. Suo padre era un politico ed è stato presidente dell’Uttar Pradesh. Suo fratello era il proprietario di un’importante università a Shrinagar, una città vicina ad Haridwar e Rishikesh. Ora questa università è divenuta proprietà del governo in quanto il fratello di Elari l’ha donata allo Stato indiano.

ashram

Amarkantak, febbraio 2016. Elari Ashram.

Nell’ashram le stanze hanno meno dell’essenziale: un letto e ci forniscono le lenzuola e le coperte. I servizi igienici composti da una turca, da un rubinetto con l’acqua corrente e un secchio sono esterni. L’ashram, comunque, sta a due passi dal centro e, in alcune stanze, vi abita una famiglia indiana composta di 20 persone unita da strani rapporti di parentela. Una ragazza di nemmeno 20 anni è già madre di 3 figli e la bambina più grande ha 7 anni. E’ una parente acquisita del marito della signora più anziana.

Amarkantak, 8 febbraio 2016. Arrivo all'ashram di furgoni carichi di seguaci del guru.

Amarkantak, febbraio 2016, esterno dell’Elari Ashram. Arrivo di seguaci del guru nella giornata della luna nera.

In una parte dell’ashram ci sono delle altre stanze affittate per lo più a delle persone anziane. Le donne che abitano in questa parte dell’ashram sono sempre impegnate a preparare verdure che fanno bollire in una pentola su dei fuocherelli accesi accanto alle loro porte. Alcune di loro hanno tagliato a pezzi delle noci di cocco e stanno aspettando che si essicchino al sole girandole di tanto in tanto. All’esterno di una stanza, al pianterreno sono parcheggiate 3 motociclette: sono di un gruppo di giovani che da Raipur si sono stabiliti qui e lavorano nei campi come agricoltori.

Chhattisgarh, Amarkantak, 6 febbraio 2016. La preparazione del fuoco per cucinare durante un pallegrinaggio a piedi lungo il Narmada.

Amarkantak, febbraio 2016. Pellegrino del Narmada prepara il fuoco per cucinare.

Guardandomi intorno noto che il sadhu dialoga molto con tutti, ma ascolta con particolare interesse i bambini piccoli che si rivolgono spesso a lui. Questa mattina, quando siamo arrivati, stava tutto avvolto in una coperta di color rosa e con un copricapo di tela gialla attorcigliato intorno alla testa. Poco dopo, con l’aumentare della temperatura si è messo a dorso nudo e ha raccolto i suoi lunghi capelli infeltriti arrotolandoli intorno al capo come fosse un turbante. Sta seduto con le gambe incrociate davanti al porticato del tempio e sta fumando una sigaretta. Più tardi, dalla stanza accanto alla mia sbuca un ragazzo occidentale: è di Montreal ed ha interrotto i suoi studi universitari in storia dell’arte per viaggiare e svolgere piccoli lavori occasionali per mantenersi.

Chhattisgarh, Amarkantak, 5 febbraio 2016. Pellegrini al tempio.

Amarkantak, 5 febbraio 2016. Pellegrini in preghiera al tempio.

Nel pomeriggio, sul tardi, scendo al tempio costruito alla sorgente del Narmada, il fiume sacro denominato “Fiume del Sole”. Ci sono diversi pellegrini all’interno, vestiti nel modo più diverso immaginabile. Visitano le varie cappelle dove stanno collocate le divinità e dove siedono i preti che distribuiscono benedizioni indicando il contenitore delle offerte stracolmo di soldi. E’ quasi sera.

Amarkantark, 6 febbraio 2016. Omaggio al tempietto alla sorgente del Narmada.

Amarkantak, 6 febbraio 2016. Omaggio al tempietto della sorgente del Narmada.

Esco dal tempio: sul ponte nella direzione del mercato incrocio un gruppo di pellegrini con grandi borse sulla testa. Sono arrivati qui in corriera e stanno andando verso uno dei tanti ashram per trascorrere la notte. Molti fedeli percorrono a piedi la strada che va dalla sorgente del fiume alla foce e tornano poi al luogo di partenza: impiegano un anno di tempo. Molti altri, invece, fanno lo stesso percorso in pullman o in fuoristrada.

pellegrinaggio in auto

Amarkantak, febbraio 2016. Sosta di pellegrini  in viaggio lungo il Narmada in auto.

Sul calar della sera la gente di quassù accende dei fuochi all’esterno delle case, dei negozi e dei ristoranti e molti si siedono intorno per scaldarsi, chiacchierare o giocare a carte. Amarkantak sta a 1047 metri sul livello del mare e di notte la temperatura scende anche ora, a febbraio, al disotto dello zero, mentre di giorno al sole raggiunge i 28 gradi.

Amarkantak, 6 febbraio, sera. Intorno al fuoco.

Amarkantak, 6 febbraio, sera. Intorno al fuoco.

Questa sera nell’ashram hanno acceso il fuoco sotto una loggia al centro del cortile. Un grosso tronco sta ardendo lentamente e il sadhu e la signora anziana controllano con professionalità l’evolversi della fiamma.

Chhattisgarh, Amarkantak, 6 febbraio 2016. Sosta per il pranzo dei pellegrini che percorrono a piedi il corso del fiume Narmada.

Madhya Pradesh, Amarkantak,  febbraio 2016. Sosta per il pranzo dei pellegrini che percorrono a piedi il corso del fiume Narmada.

6 febbraio 2016

La notte è stata molto fredda e per questa sera chiederò delle altre coperte. Poco fa ho sentito il rumore della chiusura lampo di una cerniera e la porta accanto alla mia aprirsi: il ragazzo canadese è partito, constaterò più tardi. Scendo lungo i ghat: ci sono uomini e anche donne che stanno facendo il bagno in una delle grandi vasche costruite alla sorgente.

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Amarkantak, febbraio 2016. Pellegrini ai ghat della sorgente del fiume sacro Narmada.

Sulla destra dei ghat, dopo un lungo spiazzo erboso c’è una loggia con delle persone vestite di bianco: sono i pellegrini che stanno percorrendo a piedi il cammino dalla sorgente alla foce del fiume per far ritorno poi qui, al punto di partenza. Sono quasi le 11.00 di mattina e questi pellegrini sono tutti indaffarati a preparare il pranzo: chi raccoglie la legna, chi prepara il fornello con dei mattoni recuperati qua e là, chi impasta e chi spiana il chapati utilizzando dei bicchieri, chi infine lo sta cuocendo su delle piastre.

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Amarkantak, febbraio 2016. Bagni e rituali alla sorgente del Narmada.

Nel pomeriggio torno alle vasche della sorgente: in una di queste ci sono numerosi pellegrini seduti sulle gradinate che stanno celebrando la puja e cantando dei mantra. Ogni coppia ha davanti a sé una tovaglietta con un altarino, un piattino e una candela accesa. Alla fine dei canti tutti si alzano in piedi e offrono le candele dei desideri al fiume accompagnandole con le mani sull’acqua.

Amarkantak, 8 febbraio 2016. Pellegrinaggi alla sorgente del Narmada per la festa della Luna Nera.

Amarkantak, febbraio 2016. Pellegrinaggi alla sorgente del Narmada per la festa della Luna Nera.

Al rientro in ashram trovo un numeroso gruppo di pellegrini provenienti dal Madhia Pradesh. Stanno seduti sul pavimento di terra battuta del corridoio antistante la camera di Simone. Dormiranno su dei sacchi di plastica stesi sul pavimento, avvolti con qualche coperta che hanno portato con loro. In altri grandi sacchi di plastica trasportano tutto l’occorrente per cucinare, dalla bombola del gas, al fornello e alle pentole.

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Amarkantak, febbraio 2016. Pellegrini all’esterno dell’Elari Ashram.

Ora stanno preparando e cuocendo il chapati e hanno già affettato le verdure da cuocere per il thali. Viaggiano su dei fuoristrada, probabilmente con un’organizzazione, e percorreranno a tappe tutta la strada dei pellegrini e torneranno alla fine qui, al punto di partenza.

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Amarkantak, febbraio 2016. Pellegrini.

7 febbraio 2016

Con altre due coperte pesanti ho dormito al caldo questa notte. Nella stanza accanto alla mia c’era un sadhu che ha tossito un bel po’ prima di addormentarsi. Forse fa parte del gruppo dei pellegrini del Narmada ora già tutti partiti. In genere fanno il bagno nel fiume al levar del sole e ripartono.

Chhattisgarh, Amarkantak, 5 febbraio 2016. Abitanti di un ashram.

Amarkantak, 5 febbraio 2016. Abitanti di un ashram.

Le vasche della sorgente e il tempio accanto sono sempre affollate dai pellegrini che raggiungono questo luogo in giornata. Ai ghat incontro dei ragazzi che abitano a 120 km da qui. Sono tutti studenti di ingegneria: meccanica, informatica, elettrica. Mi chiedono, come succede spesso, di scattare delle fotografie insieme a loro. A pranzo Simone ed io oggi veniamo serviti personalmente da Elari che mi insegna ad immergere il chapati nel dhal affinchè si ammorbidisca e insaporisca. Il risultato è davvero eccezionale. Alla fine del pranzo ci prepara un delizioso chai che beviamo insieme a lui.

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Amarkantak, febbraio 2016. Mendicanti in piazza.

Nel pomeriggio Simone ed io andiamo a camminare su una strada che conduce verso la foresta. Incontriamo un laghetto dove c’è un gruppetto di bambini che stanno immergendosi nudi in acqua per cercare di catturare i pesci con una rete. Proseguendo sulla strada sterrata arriviamo ad un villaggio dove, in una capanna fornita di altoparlante, abita un sadhu legato alla divinità Wishnu. Dalla capanna trasmette canti e mantra che arrivano fino all’ashram già dalle prime ore del mattino. Proseguendo il cammino ci imbattiamo in due giovani indiani vestiti di bianco: sono dei pellegrini che stanno facendo il percorso del Narmada a piedi. Più avanti arriviamo al parco dove, secondo la mitologia indiana, raccoglieva i fiori e giocava la dea Narmada quando era bambina. Sempre secondo uno dei tanti racconti mitologici, il fiume Narmada e la sua dea sarebbero nati entrambi da una lacrima di Shiva. Un uomo ci racconta che qui sta il punto dove si regge il mondo, che trova il suo equilibrio sulla sorgente del Narmada.

Pellegrini sostano nel bosco dove Narmada giocava quando era bambina.

Amarkantak, febbraio 2016. Pellegrini sostano nel bosco dove la dea Narmada giocava quando era piccola.

Nel parco incontriamo un gran numero di pellegrini vestiti di bianco, per lo più anziani: alcuni gruppi sono impegnati a cucinare, altri a chiacchierare seduti all’esterno degli ashram dove trascorreranno la notte. Qui e negli altri villaggi intorno ad Amarkantak vivono ancora i gruppi Adivasi, l’etnia che abitava l’India già prima che avvenissero gli incroci con le altre razze e culture. Nel parco sono stati costruiti diversi ashram per i pellegrini del Narmada Made o Narmada mother; ci sono pure diverse baracche adibite a negozi di quadretti e immagini sacre locali, qualche chajwalla o tea-stall e diversi venditori di erbe e radici medicinali.

pellegrini nel bosco

Amarkantak, febbraio 2016. Pellegrini nel bosco della dea Narmada.

Una di queste rivendite ha utilizzato un letto come bancarella, un’altra un tavolo, ma la maggior parte ha disposto i prodotti in terra, sopra dei teli di plastica o dentro dei sacchetti di carta. In un tempietto ora c’è un sadhu che sta tenendo una conferenza e quando termina di parlare raccoglie con attenzione le offerte dei fedeli.

Pellegrine che preparano il chapati.

Amarkantak, febbraio 2016. Pellegrine mentre stanno preparando il chapati.

Tornando verso Amarkantak imbocchiamo una strada diversa e poi saliamo verso un tempio con attaccata una capanna abitata da un anziano sadhu. E’ la festa della Prasada, oggi, cioè la giornata dedicata al cibo sacro e il sadhu sta distribuendo un cioccolatino e un pacchetto di biscotti per ogni persona. Accettiamo il cioccolatino che io divido con una scimmietta e salutiamo con un Narmade Ar, che significa Ave Narmada, il sadhu, e rientriamo nel nostro ashram per la cena.

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Amarkantak, febbraio 2016. Quasi sera tra un villaggio e l’altro.

8 febbraio 2016

E’ la giornata dedicata alla Luna Nera e una moltitudine di pellegrini è arrivata questa mattina alla sorgente del Narmada per fare il bagno nelle vasche e per celebrare le puja.

Amarkantak, domenica 7 febbraio 2016. Bagno al ghat della sorgente del Narmada.

Amarkantak, febbraio 2016. I bagni alla sorgente del Narmada.

Le ringhiere e le scalinate dei ghat si sono ricoperte di sari e di abiti di tutti i colori appesi e distesi al sole ad asciugare. Nel pomeriggio Simone ed io andiamo a camminare lungo il fiume, seguendo per un tratto il percorso dei pellegrini che si dirigono verso la foce.

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Amarkantak, febbraio 2016. Venditrici di cesti.

Sotto gli alberi, accanto ad un piccolo prefabbricato c’è un gruppo di donne indaffarate con fuochi e pentole. Abitano a Dindori, a 120 km da qui, a fanno parte di un gruppo di 36 persone in viaggio su 3 auto lungo il Narmada. Un volontario di un’associazione privata legata al partito di Modi sta sempre lì, accanto alla casetta di legno del parco, a disposizione dei pellegrini. Sono da poco passate le 16.00: lungo la stradina incrociamo diverse persone, sia pellegrini in cammino che stanno ritornando alla sorgente, sia studenti che rientrano ai villaggi al termine delle lezioni.

Amarkantak, 5 febbraio 2016. Il tempio costruito alla sorgente del Narmada.

Amarkantak, febbraio 2016. Il tempio costruito alla sorgente del fiume Narmada.

All’ashram troviamo numerosi pellegrini venuti da lontano per visitare il nostro sadhu. Lui se ne sta mezzo disteso, appoggiato al porticato, vestito soltanto con il doti che porta avvolto intorno alla vita e con le gambe alzate e i piedi appoggiati verticalmente ad una colonna. Man mano che i pellegrini arrivano gli rendono omaggio toccandogli e baciandogli i piedi. Gli portano dei sacchi di riso, farina, zucchero e altro cibo in dono, ma dal mazzo di banconote che più tardi consegnerà ad un sadhu di fiducia, gli lasciano anche delle generose offerte in denaro.

Amarkantak, 5 febbraio 2016. Il guru dell'ashram.

Amarkantak, febbraio 2016. Il guru Elari accanto al focolare del suo ashram.

Ci racconterà più tardi che conta 40.000 discepoli dislocati nei paesi vicini, in parte ereditati dal suo guru, un santone del quale ricorrerà l’anniversario della morte il prossimo 17 dicembre. Per quel giorno soltanto, l’ashram, distribuirà cibo gratuito a tutti i pellegrini, ma i festeggiamenti dureranno più a lungo.

poveri e cena

Amarkantak, febbraio 2016, sera. Mendicanti preparano la cena.

Verso sera accompagno a piedi Simone alla stazione degli autobus: sta partendo per Maheshwar, un altro luogo meta di pellegrinaggio del fiume Narmada. Lungo questo tratto di strada c’è una grande scuola aperta a tutti, ma privata. Simone mi dice che molte fondazioni di sadhu donano dei fondi per la costruzione e il funzionamento di queste scuole.

Amarkantak, 8 febbraio 2016. Il rituale del girotondo intorno all'albero sacro.

Amarkantak, febbraio 2016. La piazza gremita da mendicanti e da pellegrini che camminano intorno all’albero sacro.

Incrociamo poi un ashram particolare, molto sofisticato e ricco di sculture, affreschi, altari dedicati agli dei e a degli importanti guru.

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Amarkantak, febbraio 2016. Puja notturna di pellegrini sul ghat della sorgente.

Dall’interno provengono dei canti: in una specie di chiesetta, stanno, seduti sul pavimento, dei ragazzini vestiti di bianco. Quando mi vedono si girano verso me distraendosi per un attimo dal loro canto.

Amarkantak, 5 febbraio 2016. Pellegrini al tempio della sorgente del Narmada.

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