Bhubaneshwar, Puri, Konark, Chilika lake 2015-2016, (Orissa)

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Il paesaggio tra Hampi e Bhubaneswar visto dal treno.

17 e 18 dicembre 2015

Viaggio verso Nord-Est attraverso panorami di risaie, di campi di grano e di canne da zucchero con contadini che curano le piante e le mietono a mano ora che sono mature. Qua e là si vede qualche trattore, ma anche qui prevalgono i carri e gli aratri trainati dai bufali. Le colline sono lontane e prevalentemente verdi con qualche roccia a strapiombo di colore rossastro.

from Hampi to Bhubaneswar

Tra Hampi e Bhubaneswar. Panorama visto dal treno.

In treno c’è un gruppo familiare che sta viaggiando da Goa ad una cittadina nei pressi di Vijyawada per festeggiare un matrimonio. Sono cattolici: con loro c’è un giovane uomo di 36 anni che fa l’autista. Accanto a lui c’è sempre suo figlio, un ragazzo di 13 anni sordo-muto. Non porta l’apparecchio acustico in quanto è troppo costoso, ma frequenta una scuola differenziale governativa. La moglie e l’altra figlia hanno già raggiunto i parenti dei futuri sposi. Tra i cattolici non esiste il sistema delle caste, ma in India anche per loro vige la tradizione del matrimonio scelto dalle famiglie. Il signore molto anziano e riservato, che sta seduto di fronte a me, prima di scendere alla sua fermata, mi chiama per mostrarmi orgoglioso la campagna coltivata che precede la sua città. Sull’altro treno, quello che da Vijyawada mi sta portando a Khurda Road c’è una coppia con un bambino di 5 anni del quale si occupa prevalentemente il padre.

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Vista dal treno lungo il percorso da Hampi a Bhubaneswar.

C’è parecchia gente su questo treno che sta andando a Calcutta: due ragazze si sono sedute sul mio letto e stanno aspettando che lo lasci libero per coricarsi al mio posto. Scendo a Khurda Road e cerco di prendere l’ultimo treno per Puri, ma non ce la faccio. I poliziotti a cui mi rivolgo per chiedere delle informazioni sulle guest house mi dicono che qui non c’è nulla e mi consigliano di prendere il treno che sta partendo proprio ora per la capitale dell’Orissa: Bhubneswar e ci vado.

Orissa, Bhubaneswar. La baraccopoli sotto il cavalcavia accanto alla stazione ferroviaria.

Orissa, Bhubaneswar. La baraccopoli sotto il cavalcavia accanto alla stazione ferroviaria.

19 dicembre 2015

Questa notte sono arrivata tardi in questa città: ero stanca e non ho badato molto alla qualità della stanza. Quando stamattina mi son svegliata ho scoperto che non c’erano le finestre se non nel bagno, ma molto alte. Mi sono avviata verso la stazione ferroviaria per prendere il treno per Puri, ma lungo la strada mi ha fermata un mediatore e con molta pazienza è riuscito a convincermi a rimanere trovandomi una camera adeguata. In effetti sono contenta di visitare i bellissimi templi di Bhubneswar e probabilmente mi fermerò un giorno ancora. Cammino molto per arrivare alla zona dei templi che sta dalla parte opposta alla stazione ferroviaria. Arrivo ad un gruppo di templi del VII secolo: il loro stile architettonico in pietra bianca e rossa ricorda un po’ lo stile sikhara della zona di Chamba, nel nord dell’India, ma anche i preziosi templi di Kajurajo in particolare per le sculture erotiche presenti anche qui. Visito il Parasumareswara Temple dove sono disposte sul pavimento le offerte di cibo per gli dei e due sacerdoti stanno preparando delle verdure nella stanzetta della divinità. Attraversando un parco arrivo al complesso del Siddeswara Temple dove c’è un sacerdote che mi chiama per mostrarmi la pianta del tempio incisa su una pietra del cortile. Poi, mi accompagna subito all’interno dell’edificio per chiedermi un’offerta. Gli dico che non dò soldi e da quel momento non mi rivolge più la parola.

Orissa, Bhubaneswar. Shiddeswara Temple, sec. VII.

Orissa, Bhubaneswar. Shiddeswara Temple, sec. VII.

Lì, nel complesso dei templi, c’è una grande vasca d’acqua: due ragazzini, uno studente figlio di bramini e un ragazzo che non è mai andato a scuola, stanno facendo una gara di tuffi. Tornando indietro entro al Bharateswara Temple: qui compare un indiano molto loquace che mi chiede delle informazioni personali e mi racconta che ha lavorato come ricercatore astronomo in California. Non ha la pensione in quanto ha abbandonato il lavoro dopo qualche anno. Sarà vero? Fatto sta che parla un buon inglese ed è molto intelligente. Mi chiede di tradurgli in italiano una frase: “Lascia costruire il mondo alle persone buone e intelligenti”. Vuole farsi fotografare insieme a me tenendo in mano la foto di sua madre. Mi dice che non si è mai sposato, che non vive al tempio, ma in una casa.

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Bhubaneswar, 19 dicembre 2015. Incontro al Bharateswara Temple.

Nell’edificio di fronte, nel parco del Rameswara Temple si sta tenendo un party e, accanto al toro, simbolo di Shiva, alcune persone stanno distribuendo del cibo a qualsiasi persona lo desideri. E’ un incontro fra dipendenti di una società finanziaria e ora stanno discutendo seduti sul terreno suddivisi in cerchi: uno molto grande e degli altri più piccoli. Riattraverso il ponte che sovrasta la ferrovia e guardo dall’alto l’insieme di capanne e casupole povere, colorate e con le strade animate dalla gente che abita lì.

Gruppo del Baharateswara Temple.

Bhubaneswar, 19 dicembre 2015. Gruppo del Baharateswara Temple.

20 dicembre 2015

Sono a Puri, una città affollata in questo periodo da turisti indiani che vi soggiornano sia per la bellezza della sua Golden Beach, la spiaggia di sabbia dorata, nelle parti denominate: Mahodadhi, Shubham e Marina Beach, sia per visitare il suggestivo tempio del XII secolo, il Jagannath Mandir.

Orissa, Puri. Sri Jagannath Temple e Grand Road.

Orissa, Puri. Sri Jagannath Temple e Grand Road.

Puri è considerata un luogo sacro sia dagli Hari Crishna sia dai Buddhisti e dagli Induisti. Secondo le scritture dei Veda Puri rappresenta uno dei 4 luoghi sacri dell’India, quello che sta ad Est e va verso l’universo. I pellegrini lo visitano per ultimo dopo essere stati a Sud, a Rameswar e a Ovest dove c’è Buarca con l’immagine del Crishna a 4 braccia. Il primo luogo sacro, invece, sta a Nord, a Badriat Naraina.

Orissa, Puri. La zona dei pescatori.

Orissa, Puri. Ragazze con bacinelle ricolme di pesce nel Villaggio dei pescatori.

Qui a Puri, verso Est, camminando per la via centrale, la Chakra Tirtha Rd, ad un certo punto si entra nella parte abitata dai pescatori. E’ il Villaggio dei pescatori sorto intorno agli anni ’70 quando numerose famiglie dell’Andhra Pradesh si sono trasferite in questa zona costruendo da sole le loro capanne con il tetto di paglia o di lamiera. Ora ci sono anche delle casupole in muratura, dei piccoli negozietti, delle pompe per l’acqua a disposizione di tutti.

Orissa, Puri. Verso sera al villaggio dei pescatori.

Orissa, Puri. Verso sera al Villaggio dei pescatori.

L’attività del villaggio è intensa: le donne si recano alle fontane con grossi recipienti, bombati, di alluminio, sulla testa e poi si siedono sull’uscio delle capanne e puliscono il pesce con una tagliola verticale mentre gli uomini se ne stanno sulla spiaggia, seduti in cerchio, ad aggiustare le reti. Le donne cucinano e lavano piatti e pentole all’esterno delle loro abitazioni. Passando si possono vedere le pentole quasi sferiche in alluminio messe ad asciugare o poste sui fornelli a gas o su focolari di argilla alimentati a legna. Le acque dei lavaggi scorrono attraverso dei canaletti a cielo aperto. Tutta la vita del villaggio si svolge all’esterno delle piccole case. Non esistono i servizi igienici che sono sostituiti dalla spiaggia di fronte.

Orissa, Puri. La spiaggia Est in un giorno di vento.

Orissa, Puri. La spiaggia Est in un giorno di vento.

Questa parte di spiaggia, quella che fiancheggia il lungo Villaggio dei pescatori difatti è tutta coperta da immondizie e da una miriade di feci umane. Cani, mucche e uccelli cercano del cibo tra i rifiuti mentre altri numerosi gruppi di bambini si rincorrono e mi si avvicinano festosi. Mi chiedono con insistenza dei soldi e al mio rifiuto uno di loro mi sferra un pugno e scappa via tra la disapprovazione dei compagni.

Orissa, Puri. Aspetti del villaggio dei pescatori.

Orissa, Puri. Aspetti del villaggio dei pescatori.

E’ quasi sera: torno sulla spiaggia dove ci sono i ristorantini e mi siedo in una delle numerose barche dei pescatori che stanno ormeggiate sulla riva. C‘è molta gente in spiaggia che rimane fino a tardi a guardare il mare. I cammelli stanno ancora portando avanti e indietro i turisti nonostante sia già buio. Cerco con lo sguardo di individuare la coppia di sposi che ho incontrato proprio qui, nel primo pomeriggio, ma non la vedo. Sono entrambi originari di Calcutta, ma insegnano in una scuola privata internazionale a Delhi. Lui ha 33 anni e insegna informatica mentre lei ne ha 28 ed è docente di lingua inglese. Mi dicono che si sono sposati per amore e che la procedura è stata semplice in quanto entrambi sono senza padre e figli unici.

Copia (3) di Orissa, Puri, 8 gennaio 2016. Bambini del Fisher village.

Orissa, Puri, 8 gennaio 2016. Bambini del Fisher village.

21 dicembre 2015

Faccio un giro in spiaggia di buon mattino e poi mi avvio verso il Jagannath Temple. Lungo la strada si fermano diversi risciò, ma a parte il prezzo preferisco camminare. Poi, si ferma un indiano con una motoretta e mi offre un passaggio. Non so come tenermi stretta: provo ad aggrapparmi alle sue spalle, ma poi rinuncio e con un notevole sforzo me ne sto dritta facendo perno sulla mia schiena. L’uomo si ferma un attimo per regalare un pacchetto di biscotti ad un bambino dicendogli di darlo al cane che sta gironzolandogli accanto.

Copia di Orissa, Puri. Temple Road. Sullo sfondo il Jagannath Temple, XII secolo.

Orissa, Puri. Temple Road. Sullo sfondo il Jagannath Temple, XII secolo.

Arriviamo al piazzale del Jagannath Temple: il contesto è spettacolare! Il viale del tempio è affollato di pellegrini, venditori di flauti, bancarelle, negozi, tuc-tuc, risciò, biciclette e motociclette, gente seduta in cerchio che celebra indisturbata le puja, uomini in meditazione per conto loro e donne che pregano alzando le braccia verso l’edificio sacro. Il tempio, costruito nel XII secolo durante il regno di Chodaganga Deva, è stato completato subito dopo dal re Ananga Bhima Deva e insieme al Sun Temple di Konark e al Lingaraj Temple di Bhubaneswar forma il Triangolo D’Oro dell’Orissa.

Orissa, Puri. Il viale del Jagannath Temple, XII secolo.

Orissa, Puri. Il viale del Jagannath Temple (Grand Road), XII secolo.

Durante il Car Festival of Lord Jagannath che si svolge ogni anno tra giugno e luglio, le tre divinità (Trinity) costruite in legno vengono portate all’esterno del tempio collocate nei loro rispettivi carri e portate al Gundicha Ghar per una settimana. All’interno del Jagannath Temple non possono accedere i non induisti che devono accontentarsi del panorama che si può ammirare, tramite offerta, dalla Raghunandan Library di fronte.

Orissa, Puri. Entrata al Jagannath Temple. Secolo XII.

Orissa, Puri. Entrata al Jagannath Temple. Secolo XII.

Verso sera mi inoltro ancora verso il Villaggio dei pescatori. Delle ragazzine hanno acceso un piccolo fuoco all’interno di un vecchio ferro da stiro e stanno attendendo che si formino le braci per poi stirare i loro vestiti. Decine di bambini di ogni età si avvicinano per chiedermi dei soldi. C’è un giovane uomo che sta dormendo disteso sulla strada: pare senza vita, ma è soltanto ubriaco, mi dice un passante. Il problema dell’alcolismo pare sia molto diffuso sia tra i pescatori sia tra gli indiani in generale. La bevanda che consumano maggiormente è l’askauo, un distillato a base di riso.

Copia di Puri, 7 gennaio 2016. Giochi di bambini alla Fisher Beach.Sullo sfondo la barca costruita con i rifiuti di plastica.

 Puri, gennaio 2016. Giochi di bambini alla Fisher Beach. Sullo sfondo la barca costruita con i rifiuti di plastica.

Ci sono gruppi di bambini sulla spiaggia di fronte alle capanne: alcuni si stanno dondolando su un palo appoggiato a metà su degli inerti di cemento, altri stanno giocando a biglie. Un gruppetto mi insegue per chiedermi della cioccolata e dei soldi: al mio rifiuto uno cerca di toccarmi un seno e fugge via. Torno in città e vado un attimo in spiaggia, a salutare il mare. Fa freddo, si è alzato un forte vento e sta iniziando a piovere.

Copia (2) di Puri, 4 gennaio 2016. La spiaggia Subhan (che io chiamo, dei balocchi).

Puri,  gennaio 2016. La spiaggia Subhan.

22 dicembre 2015

Di primo mattino vado a prendere il the in spiaggia e ad osservare gli indiani in vacanza che stanno facendo il bagno o guardando il mare. Gli indiani, mi dirà più tardi Babur, preferiscono alloggiare in alberghi nuovi ed eleganti e limitarsi a due, tre o al massimo 4 giorni di vacanza all’anno. Secondo lui, agli indiani piace bere e anche concedersi delle trasgressioni sessuali con delle prostitute. Dopo un po’ vado a camminare verso l’Ufficio turistico per avere qualche depliant sulla zona. Lungo la strada incrocio Babur che in bicicletta sta andando nella direzione opposta alla mia. Lui ha 46 anni e per diversi mesi all’anno lavora come cuoco nella zona di Goa. Quando sta qui abita con il padre di 73 anni in cattivo stato di salute e con la madre di 67 anni. I genitori non hanno la pensione nonostante il padre abbia lavorato tutta la vita in una fabbrica locale che produce ghiaccio. Al loro sostentamento provvedono sia Babur sia il fratello e la sorella. Babur in questo periodo di alta stagione preferisce rimanere qui e lavorare in autonomia come guida e come supporto ai turisti. Lungo la strada ci sorprende un grosso temporale e corriamo ai ripari sotto una tettoia. Dopo oltre un’ora la pioggia diminuisce e Babur inforca la bicicletta e mi saluta riprendendo la direzione opposta.

Orissa, Puri. Tramonto sulla spiaggia.

Orissa, Puri. Tramonto sulla spiaggia.

Verso sera torno in spiaggia: c’è molto vento ma agli indiani piace ugualmente stare a guardare le grosse onde che arrivano fin sulla riva. Io mi siedo sui gradini di un tempio prefabbricato allestito sulla spiaggia a leggere un po’. Arrivano due ragazzi abbracciati: mi dicono che sono fratelli, ma è sempre complesso capire che tipo di fratellanza gli indiani intendano. Alla fine capisco che sono soltanto amici e sono dei pescatori arrivati qui dall’Andhra Pradesh assieme a tanti altri. Hanno entrambi 25 anni: uno di loro è sposato ed ha un figlio. Anche loro come molti altri pescatori rimangono qui soltanto nell’alta stagione e poi se ne tornano a casa per fare un altro lavoro. Mi dicono che sono cattolici e che il 25 dicembre, fra tre giorni, festeggeranno il Santo Natale andando alla Messa nella chiesa del villaggio. Ci salutiamo con la promessa di rivederci per la Messa di Natale; si allontanano cingendosi con le braccia intorno alle spalle e ai fianchi.

Copia di Puri, 7 gennaio 2016. Donne del Fisher Village.

Puri. Donne del Fisher Village.

23 dicembre 2015

Questa mattina ho cambiato hotel: ora sto in un palazzo costruito da un bengalese un centinaio di anni fa, quando Puri era un piccolo villaggio e intorno a questa costruzione c’era soltanto campagna. Ha delle ampie terrazze sia sul tetto sia al piano terra verso Sud, mentre la maggior parte delle stanze si aprono lungo un porticato che dà su un giardino interno. Le stanze sono ampie ed hanno dei soffitti altissimi con le travi a vista; la parte superiore delle porte e delle finestre è ad arco. Il pavimento è dipinto di rosso, le imposte di azzurro, le pareti di giallo e rosso come tutto l’esterno del palazzo. Nel tardo pomeriggio mi siedo sulla panca di cemento che fa parte del muretto arcuato della terrazza. Delle voci di bambini mi chiamano per salutarmi dalle capanne del Villaggio dei pescatori di fronte. Anche i genitori mi salutano e girandomi verso di loro scorgo la vicinissima chiesa cristiana illuminata dalle luci natalizie.

Orissa, Puri. Le finestre della mia camera.

Orissa, Puri. Le finestre della mia camera.

La sera, dalla stanza di fronte alla mia arriva il suono di una musica classica. Lì abita un anziano turista tedesco: più tardi mi dirà che vive a Berlino, nella ex parte Ovest, ci terrà a precisare. Ha 76 anni e ha sempre lavorato in Germania come giardiniere. Da anni trascorre l’inverno a Puri e tiene delle lezioni di judo gratuite in un Club del centro.

Copia di Orissa, Puri. Tarda mattinata alla Golden Beach. In primo piano una sabbiatura.

Orissa, Puri. Tarda mattinata alla Golden Beach. In primo piano una sabbiatura.

Ho camminato molto oggi: dalla spiaggia qui vicino sono andata verso Marina Beach. Questa parte della Golden Beach in particolare è affollatissima di turisti indiani che trascorrono alcuni giorni di vacanza al mare. Tutto appare come un Luna Park: cammelli, cavalli, motoscafi, barche per i turisti, biciclette con le pentole appese al manubrio cdi cibarie per turisti, ambulanti con collane, bracciali, conchiglie, turisti che si fanno massaggiare, altri che si coprono di fango, aquiloni che non riescono a prendere il volo, giovani che giocano con il pallone e gente che aspetta le onde per tuffarsi al loro arrivo o semplicemente per lasciarsi bagnare dal mare. Il tutto viene continuamente immortalato da fotografie scattate da professionisti e da parenti alle famiglie, quasi sempre composte da più generazioni insieme. Vinta dalla stanchezza mi fermo a chiedere qualche informazione: ho camminato per 7 km mi dicono e la spiaggia continua ancora per altrettanti.

Copia (3) di Orissa, Puri, 5 gennaio 2016. Aspetti della Golden Beach.

Orissa, Puri,  gennaio 2016. Aspetti della Golden Beach.

Decido di uscire ad esplorare il centro abitato: le bancarelle del mercato sono tutte chiuse nei cellofan e paiono impacchettate, ma apriranno alle 16.00, come ogni giorno. Questa parte di Puri è ancora più animata della zona Est dove sto: è fornita di negozi di ogni tipo, alberghi eleganti, ristoranti costosi. In una via interna molto frequentata c’è il posto delle cremazioni con le salme sui furgoni in attesa del loro turno. Casualmente passo vicino all’auto dove sta il cadavere di una donna anziana con il volto scoperto. Le pire stanno bruciando qui, in pieno centro, tra tutte le strutture turistiche in piena attività e i villeggianti che vi passeggiano accanto, indifferenti.

Orissa, Puri. Traffico sulla Chakra Tirtha Rd.

Orissa, Puri. Traffico sulla Chakra Tirtha Rd.

24 dicembre 2015

Mi sono svegliata presto come tutti i giorni, ma oggi piove e rimango in hotel a sistemare le foto e il diario. Ora ha appena smesso di piovere e vado a visitare la chiesa qui accanto, nel Villaggio dei pescatori, quella che gli abitanti chiamano: Local Church, ma all’esterno c’è la scritta: Christ Church . E’ una costruzione recente, molto grande e disposta su tre piani. La chiesa vera e propria con i banchi e gli inginocchiatoi sta nel piano di mezzo. Sulla porta d’entrata ci sono alcuni infradito lasciati dai ragazzi che stanno provando degli strumenti, forse in vista delle celebrazioni di questa sera e di domani. Un ragazzo mi fa segno che devo togliermi le scarpe prima di salire di sopra. L’interno, nonostante la sfarzosa illuminazione serale dell’edificio, si presenta molto parco e senza alcun riferimento al Natale.

Orissa, Puri, 25 dicembre 2015. Uno scorcio notturno del villaggio dei pescatori con la chiesa Battista sullo sfondo.

Orissa, Puri, 25 dicembre 2015. Uno scorcio notturno del villaggio dei pescatori con la Chiesa Battista sullo sfondo.

E’già sera e torno in spiaggia a guardare il mare come fanno gli indiani. Ci sono sempre dei nuovi arrivi in questi giorni e quasi tutti, uomini e donne si coprono il capo con sciarpe, cuffie, scialli mentre la maggior parte di loro cammina scalza. Appena entro in spiaggia mi si avvicina un numeroso gruppo di famiglie che proviene dal Chhatisgarh: tutti vogliono farsi fotografare insieme a me. Mi dicono che sono appena arrivati a Puri viaggiando per un tratto in treno e per una parte del viaggio in pullman. Rimarranno qui 4 giorni sia per visitare il Jagannath Temple sia per godersi la spiaggia e il mare.

Puri, 11 gennaio 16. tramonto.

Orissa, Puri. Tramonto sul Golfo del Bengala.

25 dicembre 2015

E’ Natale e torno alla chiesa del Villaggio dei pescatori. Ora ci sono degli addobbi sulla ringhiera che separa l’altare dai banchi e dei palloncini bianchi, azzurri e rossi. Sotto l’altare c’è anche un piccolo albero di Natale. Sono le 10.00 del mattino e ci sono alcune persone sedute tra i banchi, ma la cerimonia natalizia sarà alle 12.00. Tra i fedeli c’è uno spagnolo delle isole Canarie che avevo già incontrato qualche giorno fa: mi si avvicina e mi chiede di accompagnarlo al ristorante per la colazione. Mi racconta che ha 49 anni, è ingegnere informatico ed ha lasciato il lavoro per prendersi un periodo di riflessione. Ha un figlio di 22 anni che non vede e non sente da molti anni in quanto vive con la ex moglie. Lui si è risposato e la moglie sta aspettando il suo ritorno previsto per febbraio. Alle 12.00 torno alla chiesa: è affollata.

Orissa, Puri, Villaggio dei pescatori. Natale nella chiesa Battista.

Orissa, Puri, Villaggio dei pescatori. Natale nella Chiesa Battista.

Gli uomini sono seduti a destra e le donne a sinistra, mentre i bambini e le bambine stanno accovacciati davanti, sul pavimento, dalle rispettive parti. Sotto l’altare c’è un ragazzo che canta canzoni moderne e a lato ci sono alcuni musicisti che suonano. Alla fine dell’esibizione, prima gli uomini e poi le donne sfilano verso la cassetta delle offerte per deporre del denaro e poi tornare in ordine al loro posto. Dopo questo momento si alzano ed escono: prima le donne e poi gli uomini. All’uscita, dei giovani regalano anche a me un pacchetto di pasta dolce.

Orissa, Puri, Villaggio dei pescatori.Fila di fedeli che vanno a depositare le offerte alla fine della funzione natalizia.

Orissa, Puri, Villaggio dei pescatori. Fila di fedeli che vanno a depositare le offerte alla fine della funzione natalizia.

Nel pomeriggio scopro che c’è un’altra chiesa, molto più piccola e poco distante dall’altra: è una Chiesa di Cristo Pentecoste, costruita nel 1965. Mi si avvicina il pastore e poi anche sua moglie. Il pastore mi racconta che suo figlio vive a Calcutta ed è padre di due ragazzi. Mentre parliamo si avvicinano dei bambini: sono vestiti a festa, tutti puliti e ben curati. Le scuole in questo periodo sono chiuse per le vacanze di Natale e riapriranno il 4 gennaio. Secondo il pastore, qui a Puri, tutti i bambini vanno alla scuola statale. La chiesa cattolica, mi informa il sacerdote, sta a 3 km da qui.

Orissa, Puri. La spiaggia Est di sera.

Orissa, Puri. La spiaggia Est di sera.

Ormai è sera e vado soltanto a fare un giro sulla spiaggia a guardare il mare con gli indiani. Mentre me ne sto seduta su una barca ormeggiata lì, mi si avvicina un ragazzo: ha 24 anni, non è mai andato a scuola, vende collane come secondo lavoro, ma di mestiere fa il pescatore e vive nel villaggio assieme ai genitori.

Orissa, Puri. Incontro sulla ChakraTirtha Road.

Orissa, Puri. Incontro sulla Chakra Tirtha Road.

26 dicembre

Esco presto dall’hotel e m’incammino verso la Catholic Church. E’ sabato e lungo la Chakrathirta Road c’è un gran traffico di corriere e tuc-tuc che portano i turisti agli hotel. Dalle portiere aperte delle corriere si possono scorgere grosse sporte, valigie, sacchi di plastica e anche delle ben fornite batterie di pentole. Dopo un po’che cammino, qualcuno mi indica una chiesa, ma non è quella cattolica. Questa è l’Assembly of God Church, gestita da persone americane, mi informano all’ingresso. Più avanti si ferma una bicicletta con un indiano di 47 anni. Mi racconta che è fidanzato con un’impiegata postale di Rovereto, ma fino a che non si sposa non può ottenere il visto per l’Italia per un lungo periodo.

Orissa, Puri. Il presepio allestito all'esterno della Chiesa Cattolica.

Orissa, Puri. Il presepio allestito all’esterno della Chiesa Cattolica.

Mi accompagna fino alla ormai vicina Catholic Church e poi si allontana sulla sua bicicletta. La chiesa è nuova, pulita e con delle preziose porte in bronzo con delle sculture in rilievo. Ora l’interno è chiuso, ma è aperto durante la messa della mattina e la benedizione del venerdì pomeriggio. Anche il portone è chiuso, ma al cortile si accede attraverso un portoncino semi aperto. Nel cortile ci sono soltanto alcune studentesse con un cartellino appeso al collo e una signora con due bambini che stanno guardando il presepio allestito lì fuori.

Orissa, Puri. Pellegrinaggi.

Orissa, Puri. Pellegrinaggi.

Subito dopo la chiesa trovo, quasi per caso, l’animata Temple Road, la via che porta all’antico Jagannath Temple. Ripercorro la strada già attraversata qualche giorno fa e guardo con calma i negozietti, la gente che arriva trafelata sui risciò o a piedi, i venditori di flauti che suonano allegri, il via vai di biciclette, motociclette e vespe che vanno avanti e indietro in continuazione.

Puri, Jagannath Temple. Controlli all'ingresso.

Puri, Jagannath Temple. Controlli all’ingresso.

Giro intorno al tempio per osservare tutto l’insieme composto dalle 4 entrate dove i pellegrini indù vengono accuratamente perquisiti; mi fermo su una via laterale dove c’è un vivace mercato di frutta e verdura. Sulla strada del ritorno m’incuriosisce un edificio affollato: è la Corte di Giustizia, mi informano. In un corridoio semi buio ci sono degli avvocati che prendono appunti dalle persone che li consultano. Più avanti, sulla Chakratirtha Road, c’è un palazzo in costruzione dove dei muratori, uomini e donne stanno completando il muretto di cinta.

Orissa, Puri. Muratori.

Orissa, Puri. Muratori.

Proseguo fino al mercato per acquistare la frutta dall’anziana donna di una etnia che usa portare i seni nudi, coperti soltanto dallo scialle. Ci sono molte più pescivendole del solito questa sera: stanno lì sedute con i loro figli in braccio. Tornando verso l’hotel lungo le stradine interne incontro le famiglie sedute sugli usci delle loro case. Chiacchierano, discutono ad alta voce prima di cena. Anche in hotel le camere si sono riempite di famiglie rumorose. Poi, tutto ad un tratto cala il silenzio della notte.

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Orissa, Puri. Tramonto.

27 dicembre 2015

Giornata dedicata interamente alla visita al Tempio del Sole di Konark. Vado a piedi fino alla stazione degli autobus e prendo la corriera per Konark che dista 36 Km da Puri. Il paesaggio rimane per lunghi tratti coperto da una moltitudine di grandi ginepri, da altri alberi dalle foglie simili alle acacie e da altri ancoara che paiono dei noci. A momenti compaiono i fiumi con accanto i campi appena arati e delle piccole risaie ora incolte; poco più in là altri appezzamenti di terreno con le piantine di piselli e di patate già cresciute.

Orissa, Konark.Interno del complesso del Sun Temple, XIII secolo.

Orissa, Konark. Interno del complesso del Sun Temple, XIII secolo.

In aperta campagna si vedono anche qua delle mandrie di mucche e bufali pascolare; alcune attraversano con calma la strada trafficata spostandosi con fatica soltanto dopo insistenti suoni di clacson. Ai bordi della strada si formano lunghe file di pullman, fuoristrada e auto parcheggiate sui bordi. Tra gli alberi dei boschi, tra le immondizie sparse tutto intorno, si possono scorgere gruppi di famiglie sedute in cerchio che consumano il loro pranzo. Il mare, rimasto per tutto il percorso nascosto dagli alberi ora compare diviso da una lingua di terra che se ne va poco più su. La spiaggia è sabbiosa ed è lunghissima. Dal pullman si riescono a vedere delle piccole e velocissime imbarcazioni a motore che portano i turisti al largo. Konark è tutto qui: la splendida spiaggia e le poche costruzioni venute su di fretta sul piazzale del grande parcheggio e il magnifico Tempio del Sole poco più su.

Orissa, Konark. Sun Temple, XIII secolo

Orissa, Konark. Sun Temple, XIII secolo.

Scendo dal pullman alla fermata del tempio e mi aggrego ad un gruppo di indiani di Delhi che mi sta accanto in modo amicale. Penso tra me e me: “sono i miei angeli custodi!”. Sono 8, di diverse età, tra i 21 anni e i 60, tutti uomini e dipendenti delle Ferrovie dello Stato. Si sono presi una breve vacanza e torneranno nelle rispettive famiglie fra 3 giorni: il 30 dicembre. Dormono su un treno alla Stazione ferroviaria di Puri e anche cucinano lì per conto proprio. Il Tempio del Sole, conosciuto anche con il nome di Pagoda Nera per il contrasto con il bianco Jagannath Temple di Puri, ha la forma di un mastodontico carro trainato da 7 cavalli e fornito di 24 gigantesche ruote. Il carro trasporta il Re Sole ed è rappresentato in tre momenti della giornata: l’alba, mezzogiorno, il tramonto.

Orissa, Konark. Sun Temple, XIII secolo.

Orissa, Konark. Sun Temple, XIII secolo.

Costruito in 12 anni durante il regno del Re Narasimhadeva nel XIII secolo il Tempio del Sole con le sue figure di dei, animali, fiori e danzatrici finemente incavate nella pietra e con le sue immense sculture rappresenta una testimonianza dell’architettura religiosa dell’Orissa ed è stato inserito tra i monumenti tutelati dall’UNESCO.

Orissa, Konark. Il Tempio del Sole, sec. XIII.

Orissa, Konark. Il Tempio del Sole, sec. XIII.

La zona antistante il tempio è animata da una moltitudine di negozi e bancarelle che vendono cibi e souvenir. Gli indiani del mio gruppo si fermano ad ammirare le miniature del tempio, i cappellini da portare alle figlie, le collane di corallo e perle dei venditori ambulanti da regalare alle mogli. Si fermano insieme a me a dissetarsi con il latte di cocco bevuto direttamente dal frutto con una cannuccia. Comprano, poi, dell’uva passita e degli anacardi, i kaju, della frutta secca a forma di fagiolo che viene raccolta nella foresta. Questi kajo sembrano essere preziosissimi: li tengono chiusi in grossi sacchi di plastica suddivisi in diverse qualità e svariati prezzi. I negozianti li vendono a peso, ma distribuiscono qualche piccolo assaggio ai potenziali clienti: alla fine ne acquisto mezzo kilo anch’io.

Orissa, Konark. I leoni della porta Est del Sun Temple. Stanno sopra dei giganteschi elefanti.

Orissa, Konark. I leoni della porta Est del Sun Temple. Stanno sopra dei giganteschi elefanti.

28 dicembre 2015

Già alle 5 di mattina tra il canto delle cornacchie fuori e il cinguettio degli uccellini nella stanza mi sveglio. Sento anche le voci della famiglia che sta nella camera accanto e si è già alzata di buon mattino. La giornata la trascorro leggendo sulla spiaggia e chiacchierando con le persone e i ragazzini che mi si avvicinano. Verso sera incontro casualmente sulla spiaggia Babur che mi fornisce dei preziosi consigli su come raggiungere in treno i luoghi dove stanno le popolazioni tribali. Lui se ne va e mi si avvicinano dei ragazzi e delle ragazze sugli 11-13 anni. Sono i figli di tre famiglie di parenti giunti qui per una vacanza di 4 giorni complessivi.

Puri, 30 dicembre 2015. Mattino in spiaggia.

Puri, fine dicembre 2015. Mattino in spiaggia.

Arrivano dallo Stato dello Jarkhand e domani mattina, dopo aver ammirato il levar del sole andranno a Konark e poi torneranno a casa in treno. A far parte del gruppo ci raggiungono le madri e le zie: alcune di loro sono insegnanti e parlano l’inglese. Contrariamente a quel che avviene in alcuni Stati dell’India, nello Jarkhand, la lingua indi è riconosciuta come lingua nazionale e solo come seconda lingua i ragazzi studiano l’inglese.

Orissa, Puri. 28 dicembre 2015. La spiaggia Est.

Orissa, Puri. 28 dicembre 2015. La spiaggia Est.

29 dicembre 2015

Questa mattina ho deciso di andare, in autobus, alla laguna del Chilinka Lake. Mi fermo dapprima nella cittadina di Brahmagiri e attraverso la strada principale ricca di negozi e bancarelle di ogni tipo. Mi accorgo che il lago, o meglio, la laguna è ancora distante e, aiutata da un gruppo di indiani, riprendo l’autobus e arrivo a Sataparha. il luogo.

Orissa, Satanarha. Lungo la laguna del Chilika Lake.

Orissa, Satanarha. Lungo la laguna del Chilika Lake.

Il percorso in questo tratto presenta un paesaggio ricco di piccoli laghi, di stagni, di corsi d’acqua, di risaie con le varie gradazioni di verde e quasi sempre sommerse dall’acqua. Bufali e mucche pascolano in alcune zone erbose e alcuni animali stanno immersi nell’acqua, in mezzo a dei grossi fiori bianchi, attorniati da uccelli marini bianchi, grigi e marroni. In alcuni campi il riso è già stato raccolto e la paglia sta sistemata in piccoli cumuli agli angoli dei rettangoli giallognoli. L’autobus è affollato di uomini con delle pesanti sporte di plastica rigida: indossano quasi tutti una sciarpa avvolta intorno alla testa e camminano a piedi scalzi. Anche i bambini portano la cuffia in testa nonostante non faccia freddo.

Odissa, Satanarha. Chilika Lake.

Odissa, Satanarha. Chilika Lake.

Molte donne, forse dell’etnia Desia (come mi dirà più tardi il mio amico Barur), portano il sari senza camicetta e lasciano il petto coperto soltanto dal lembo di scialle che indossano coprendo una sola spalla e avvolgendolo poi intorno al giro vita. Salgono gruppi di ragazzi in divisa: camicia rosa e pantaloni neri. Sono gli studenti dei college che, contrariamente alla scuola primaria, non godono del periodo delle vacanze natalizie. Guardo dal finestrino e lungo i terrapieni della laguna vedo una fila di pali della corrente elettrica in cemento squadrato, anche qui piegati in tutte le direzioni. In due laghetti ci sono dei gradini che portano fino all’acqua e degli uomini si stanno insaponando e si gettano l’acqua addosso con un recipiente. Lì, accanto delle donne stanno lavando i panni strofinandoli sui gradini. Su dei pali consistenti, immersi nell’acqua, proprio appollaiati sulla cima, stanno immobili degli uccelli solitari.

Odissa, Sanaparha. 29 dicembre 2015 al Chilika Lake, primo pomeriggio.

Odissa, Sanaparha. 29 dicembre 2015 al Chilika Lake, primo pomeriggio.

Sulle stradine che fiancheggiano la laguna si stagliano i profili di capanne con il tetto coperto da teli di plastica azzurra. Alcune biciclette parcheggiate qua e là sui terrapieni, vedendole dal basso paiono sospese nel vuoto; più indietro stanno arrivando delle donne che camminano con i pentoloni sul capo e degli uomini che si spostano in moto e più giù, lentamente, dei bovini che camminano e pascolano. Lungo la strada asfaltata ci sono dei gruppi di bambini che giocano a rincorrersi: le scuole per loro rimarranno chiuse fino al 4 gennaio.

Odissa, satanarha. Lungo la laguna del Chilika Lake.

Odissa, Sanaparha. 29 dicembre 2015 al Chilika Lake, primo pomeriggio.

In questa zona non ho visto dei bambini lavorare; soltanto sulla spiaggia a volte gironzolano dei ragazzini con delle grosse conchiglie raccolte in sacchi di rete, ma sembra più un lavoretto extra scolastico che un reale estremo bisogno. La strada vicino a Sataparha a tratti è fiancheggiata da distese di chicchi di grano disposto su dei teli azzurri e lasciato lì per un po’ad asciugare. E’ quasi mezzogiorno: la strada verso il lago Chilika è molto trafficata a quest’ora. Risciò, fuoristrada e pullman privati corrono veloci verso il porticciolo: portano i turisti là dove partono le imbarcazioni per andare a vedere i delfini o arrivare fino all’isoletta con il tempio e fare lì il pic-nik. Il costo del traghetto è alto, ma i turisti indiani della classe media trascorrono pochi giorni di vacanza qui, e non paiono badare a spese.

Odissa, Satanarha. Pescatori nella laguna del Chilika Lake.

Odissa, Satanarha. Pescatori al Chilika Lake.

A Sataparha visito il Museo del Mare che si presenta molto curato e dettagliato nella denominazione delle infinite varietà di uccelli che gironzolano nella zona. Pranzo in un ristorantino lì accanto: scelgo il pesce più economico con un piatto di riso e accetto durante il pranzo il dhal che sembra offerto gratuitamente. Quando vado a pagare il conto mi accorgo che il prezzo del pesce è stato raddoppiato, il dhal è stato messo in conto e il cameriere che aveva preso l’ordinazione completamente scomparso.

Orissa, Sanapurha. Pescatori del Chilika Lake.

Odissa, Sanaparha. 29 dicembre 2015 al Chilika Lake.

Cammino un po’ sul lungo mare dove alcuni pescatori stanno aggiustando le reti, altri le stanno battendo per liberarle dal fango essiccato, altri ancora stanno preparando i pali che servono a sostenere le reti in acqua. Se ne vedono molti di questi pali nella laguna, a volte disposti in gruppi isolati, altre allineati in lunghe file a seconda della tecnica adottata dai pescatori per catturare i pesci.

Orissa, Laguna del Chilika Lake di Satanarha.

Odissa, Satanarha. Chilika Lake.

30 dicembre 2015: relax.

Trascorro qualche ora della mattinata in spiaggia a leggere seduta su una barca con l’ombrello per la pioggia utilizzato per ripararmi dal sole. La spiaggia è affollata sempre più in questi giorni. L’indiano che vende cjai di fronte al Taj Hotel mi dice che il boom dei turisti sarà fino al 5 gennaio con la punta massima dal 30 dicembre al 1° gennaio. Ritorno a leggere sulla spiaggia anche dopo l’ora del tramonto: è già arrivata la notte e non me ne sono accorta! Tornando all’hotel incrocio il ragazzo di 15 anni al quale ieri avevo chiesto un’indicazione. E’ venuto a cercarmi: ha un gran bisogno di parlare e non sono certa che racconti solo delle verità. Dice di essere uno studente del college, di aver viaggiato con la famiglia in Sud Africa, a Londra e negli Usa e che suo padre è un uomo d’affari nel campo dell’informatica. In questi 3 giorni di vacanza non è andato in famiglia a Bhubneswar e alla fine mi ha chiesto se potevo dargli del denaro.

Orissa, Puri. Gli auguri scritti e disegnati davanti alle porte delle case.

Orissa, Puri. Gli auguri sugli ingressi delle abitazioni.

31 dicembre 2015.

Ripasso per la chiesa del Villaggio dei pescatori: oggi c’è il prete, un ragazzo vestito in modo sportivo che mi dice che questa è una chiesa cristiana indipendente. Mi informa sugli orari della festa di capodanno e sul rito del battesimo per le persone al di sopra dei 20 anni che si svolgerà domani alle 8.00 di mattina.

Puri. Casetta coloniale.

Puri, casetta coloniale.

Proseguo camminando nella parte del Villaggio dei pescatori che vedo dalla terrazza del mio hotel. Sono da poco passate le 8.00 del mattino e la gente è tutta in attività: le donne trasportano l’acqua nei recipienti bombati, camminano per le stradine con dei catini di alluminio pieni di pesce sulla testa, mentre alcune vanno ai negozietti a comprare il cibo già pronto per la colazione che viene messo in piccoli sacchetti di plastica. Puri, Villaggio dei pescatori, 19 gennaio 2016. Venditori, verso sera.

Puri, gennaio 2016, verso sera. Venditori di terrecotte e scopini al Villaggio dei pescatori.

C’è una donna che si sta lavando alla fontana: fa parte anche lei del gruppo etnico che si copre il dorso soltanto con un piccolo scialle indossato trasversalmente. Un gruppo di bambini sta attaccando le figurine in un album, delle bambine mi inseguono per chiedermi dei soldi. Appena dopo le capanne, all’inizio della spiaggia anche qui ci sono i pescatori impegnati ad aggiustare le reti. Accanto a loro sono ormeggiate numerose barche.

Puri, Villaggio dei pescatori,sera del 7 gennaio 2016. Negozio.

Puri, Villaggio dei pescatori, sera, gennaio 2016. Negozio.

Verso il mare, sulla spiaggia di fronte al villaggio, c’è una miriade di bisogni fisiologici ed è difficile camminare senza calpestarli. Lì, poco più giù, verso Sud, inizia la lunga spiaggia pulita dove mi siedo a leggere, alzando solo a momenti gli occhi per osservare i cambiamenti che continuamente avvengono.

Orissa, Puri, 4 gennaio 2016. La spiaggia Subham.

 Orissa, Puri, gennaio 2016. La spiaggia Subham.

1 gennaio 2016

La musica insieme alle voci allegre del Villaggio dei pescatori è arrivata alla mia stanza fino alle prime ore del mattino. I festeggiamenti del “party della foresta” al quale molti villeggianti hanno partecipato, andavano invece dal tramonto del giorno prima al sorgere del sole dell’anno nuovo.

Orissa, Puri, 1° gennaio 2016. Battesimo alla Christ Church del Villaggio dei pescatori.

Orissa, Puri, 1 gennaio 2016. Battesimo alla Christ Church del Villaggio dei pescatori.

Alla Christ Church, questa mattina, c’è il battesimo di uomini e donne sopra i 20 anni. Dopo aver riempito d’acqua una vasca costruita appositamente, un anziano sacerdote vi entra vestito. L’acqua gli arriva fino al giro vita. Cristiani, ad uno ad uno, prima gli uomini e poi le donne, tutti in età matura, entrano nella vasca, prima scendendo dai gradini e poi camminando verso il sacerdote. Questi, congiunge le mani del battezzato pronunciando una preghiera e, alla fine, accompagna tutto il corpo della persona per immergerlo in acqua fino alla testa. Ogni battesimo termina con l’uscita dalla vasca di ognuno e con i parenti che coprono loro il capo con un telo asciutto. Lì accanto, sulla strada sterrata, è stata allestita la cucina composta da: fornelli, enormi pentoloni fumanti, grandi sacchi di riso, verdure e grosse quantità di carne pronta per cuocere.

Orissa, Konark. Turisti alla Chandrabhaga Beach.

Orissa, Konark. Turisti alla Chandrabhaga Beach.

Terminata la cerimonia del battesimo mi incammino verso la stazione degli autobus per tornare a Konark ad ammirare la spiaggia Chandrabhaga. Attraversando Puri, bambini e adulti mi fanno gli auguri di buon anno stringendomi la mano. Sui pavimenti, davanti alle porte delle case, sia nel Villaggio dei pescatori sia della cittadina, ci sono i disegni e le scritte degli auguri. Poco prima della stazione di Puri mi imbatto in un’esibizione di fedeli della religione Hare Crishna.

Orissa, Puri. Esibizione di Hare Crishna nei pressi della Stazione ferroviaria.

Orissa, Puri. Esibizione di Hare Crishna nei pressi della Stazione ferroviaria.

Hanno montato un motore collegato ad un generatore di corrente su una bicicletta per alimentare il microfono e l’amplificatore. Intorno all’immagine di un guru trasportata a spalla su una portantina si muovono le danze e i canti di molti seguaci indiani e di alcuni occidentali. Due ragazze russe, ospiti qui a Puri nell’Hare Crishna Ashram mi si avvicinano sorridenti: una di loro si toglie la collana di fiori gialli e me la mette al collo coinvolgendomi nella danza. Arrivo a Konark. La Chandrabhaga Beach è affollata di gruppi familiari che portano con loro le borse da viaggio: paiono arrivati lì soltanto per trascorrere una giornata al mare e far ritorno a sera al loro paese. Forse hanno alloggiato l’altra notte nei pochi alberghi che stanno lungo la strada che collega Konark con Puri, ma molti arrivano qui in giornata, soltanto per visitare il Tempio del Sole che sta più su e poi trascorrere qualche ora sulla spiaggia. La strada che fiancheggia il mare è piena anche oggi, come l’altro giorno, di auto parcheggiate: molti turisti stanno facendo il pick-nik sotto gli alberi delle splendide pinete o sulla spiaggia.

Orissa, Konark. Chandrabhaga Beach nel pomeriggio del primo giorno dell'anno.

Orissa, Konark. Chandrabhaga Beach nel pomeriggio del primo giorno dell’anno.

Nel sopralzo cementato, sopra la gradinata che sale e poi scende sulla spiaggia, accanto alle baracche dei souvenir, ci sono un’infinità di motociclette parcheggiate. Sono state lasciate lì dai giovani, arrivati qui sulla spiaggia dalle cittadine vicine, con casco in testa, pantaloni jeans e giubbotto pesante. Stanno lungo la spiaggia a guardare il mare e a scattare foto con il cellulare, raggruppati, in piedi, alcuni a dorso nudo altri in camicia o con il giaccone ancora addosso. Molti mi chiedono di farsi fotografare insieme a me: non mi chiedono nient’altro, ringraziano e se ne vanno. Pochi qui fanno il bagno: donne, uomini e bambini a volte si immergono soltanto con le gambe, al massimo fino ai fianchi, vestiti. Le donne stanno ben avvolte dalla testa ai piedi nei loro sari: hanno freddo, ma per me il clima è completamente estivo.

Puri, tardo pomeriggio del 2 gennaio 2016.

Puri, tardo pomeriggio del 2 gennaio 2016.

Torno a Puri. E’ già sera e vado a camminare sulla spiaggia. Mi siedo vicino al mare, a leggere: sono quasi alla fine de “La montagna incantata” di Thomas Mann e m’incuriosiscono sempre più le scelte di Hans Castorp, il protagonista. E’ tardi, ma ci sono ancora molti turisti sulla spiaggia: stanno seduti, in silenzio, mentre le onde arrivano rumorose sempre più vicino. Le sagome dei cammelli, del carrettino dei gelati, delle tea-stall, dei ristorantini e dei turisti incantati a guardare il mare si delineano tra la spiaggia e il vuoto come in una favola. Guardo su nel cielo e sopra il Villaggio dei pescatori individuo il Carro dell’Orsa Maggiore e ne rimango estasiata.

Puri, 25 gennaio 2016. L'ora del tramonto.

Orissa, Puri, gennaio 2016. Tramonto sul Golfo del Bengala.

2 gennaio 2016

Anche oggi lettura in spiaggia con qualche interruzione di turisti che mi chiedono di farsi fotografare insieme a me come frequentemente accade. Nel primo pomeriggio trascorro qualche tempo in hotel seduta in terrazza a leggere ancora. Anche l’anziano tedesco che abita di fronte alla mia stanza si siede fuori a leggere al suono di bellissime canzoni degli anni ’60. L’altro giorno mi ha invitata a partecipare ad una lezione di judo nel Club dove insegna.

Puri, Subham Beach. Insieme a dei turisti di Anmadabad, Gujarat, arrivati qui per 2 giorni.

Puri, Subham Beach. Insieme a dei turisti di Anmadabad, Gujarat, arrivati qui per 2 giorni.

3 gennaio 2016

Mattinata in spiaggia a leggere. Nel pomeriggio mi sono incamminata per il Centro di Judo che sta a mezz’ora di cammino dall’hotel. Lungo la strada si è fermato il tuc-tuc con il maestro tedesco, un ragazzo russo e due ragazzini indiani e mi hanno dato un passaggio. Quando Thomas, il maestro, ha pagato il tuc-tuc, gli ho dato la mia parte e, incredibile, lui l’ha accettata. Ho partecipato anch’io ad una parte di esercizi, a quelli più soft. Poi, le cose si son fatte più specifiche con le acrobatiche esibizioni di questo anziano signore che, in costume bianco e ampie brache nere, si tuffa sui materassi facendo rotolare sopra il suo corpo un po’ ingobbito, rizzandosi con rapidità in piedi e ripetendo più volte, in continuità, l’esercizio. Dopo un po’ saluto con un gesto il gruppetto e ritorno verso l’hotel. Per fortuna, nella zona del Wi-Fi trovo un messaggio di Alina, la ragazza kazaka di Simone, che, pur stando in città diverse, ha notizie rassicuranti su di lui. Lì, incontro un ragazzo del Kerala e una ragazza polacca di Crakovia che mi chiedono dove possono trovare un alloggio economico: diventiamo amici e ora stanno qui, nel mio stesso hotel.

Puri, 2 gennaio 2016.

Puri, 2 gennaio 2016.

4 gennaio 2016

Finalmente una mail di Simone con due parole rassicuranti. La mattinata la trascorro in spiaggia, a leggere. Mi si avvicinano dei ragazzi diciottenni di Kalcutta. Sono molto colti e educati. Stanno tutti studiando la lingua Bengali. Anche loro vogliono scattare delle foto assieme a me, poi, mi lasciano per andare a fare il bagno, completamente vestiti come tutti gli altri. Anche verso sera quando mi siedo a bere il tè nella capanna sulla spiaggia, mi si avvicinano delle famiglie molto cordiali. I ragazzi di 11, 14 e 15 anni parlano molto bene l’inglese. I due più grandi stanno studiando indi e sanscrito. Sono tutti della città di Ranchi nello Stato del Jharkahand e qui, a Puri, stanno trascorrendo una vacanza di 6 giorni. Hanno noleggiato un’auto con autista per due giorni e domani si recheranno a Konark a visitare il Tempio del Sole. Anche qui grandi reportage fotografici e video, naturalmente!

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Orissa, Puri, gennaio 2016. Turiste del Rajasthan nella Subhan beach.

5 gennaio 2016

Mattinata in spiaggia e pranzo con la coppia polacco-indiana che sta nel mio hotel. Pomeriggio nella Marina Beach ad osservare i numerosi turisti e gli altrettanto pullulanti venditori. Tutto qui è raddoppiato e triplicato rispetto alla spiaggia Shubam, accanto al mio hotel: c’è una miriade di cammelli, cavalli, venditori di cibi, zucchero filato, borse, collane e bracciali, palloncini. C’è perfino una giostra per bambini piccoli e un mercato di souvenir. Qui le donne delle diverse generazioni vestono eleganti sari di seta e le famiglie paiono appartenere ad un ceto superiore rispetto alla spiaggia accanto al mio hotel. Qui diversi turisti fanno il bagno, quasi tutti vestiti, mentre gli altri stanno seduti sulla spiaggia, a guardare il mare.

Orissa, Puri, 5 gennaio 2016. Acquisti alla Golden Beach.

Orissa, Puri, 5 gennaio 2016. Acquisti alla Golden Beach.

6 gennaio 2016

Mattinata tranquilla a leggere in spiaggia e a riposare in camera, in attesa dell’uscita con la coppia polacco-indiana, Maria Magdalena e Adeeb Muhammed, per andare a visitare il tempio Jagannath speranzosi di riuscire ad entrare. Maria mi ha vestita con il sari, mi son raccolta i capelli e ho fatto le prove con la sportina appesa al braccio per somigliare ad una donna indiana.

Orissa, puri, 9 gennaio 2016. Indossando il sari.

Orissa, Puri. In sari.

Abbiamo raggiunto il tempio camminando attraverso la spiaggia fino a Marina Beach e siamo quindi usciti sulla strada per l’ultimo tratto. Eravamo d’accordo che Adeeb avrebbe dichiarato che io ero la madre e Maria la moglie, ma non ci hanno lasciati entrare in quanto l’accesso è consentito solo agli induisti. Adeeb non aveva con sé i documenti intenzionalmente in quanto porta un nome chiaramente islamico.

Puri, 12 gennaio 2016. Pellegrini sulla Grand Roud accanto al Jagannath Temple.

Puri, gennaio 2016. Pellegrini sulla Grand Roud accanto al Jagannath Temple.

7 gennaio 2016

Con Maria e Adeeb ho trascorso parte della mattinata in spiaggia e poi ci siamo fermati a visitare l’enorme complesso Hari Crishna in fase di ampliamento. L’edificio comprende sia un tempio dove si svolgono le cerimonie dell’alba e del tramonto sia l’ashram dove alloggiano i pellegrini.

Odissa, Puri, 8 gennaio 2016. Lavori al tempio degli Hari Crishna.

Odissa, Puri, 8 gennaio 2016. Lavori al tempio degli Hari Crishna.

Nel pomeriggio ci siamo inoltrati per il lungo tratto della spiaggia che fiancheggia tutto il Villaggio dei pescatori. La spiaggia è ricolma di rifiuti di ogni tipo e funge inoltre da toilette per gli abitanti della zona. Si vedono bambini e giovani arrivare sulla spiaggia e soddisfare con disinvoltura i propri bisogni fisiologici. Un ragazzo si accorge che stiamo arrivando e si ricompone con velocità manifestando un certo pudore.

Copia (2) di Puri, 7 gennaio 2015. Attività sulla spiaggia del Villaggio dei pescatori.

Puri, 7 gennaio 2015. Attività sulla spiaggia del Villaggio dei pescatori.

Sul lungo mare sono ormeggiate migliaia di barche e alcune sono già al largo a pescare, ma molti pescatori sono ancora impegnati a preparare le reti e le barche per l’imminente uscita. Gruppi di donne e uomini stanno arrivando dalla foresta con dei lunghi pali sulle spalle. Credo siano i timoni delle barche da sostituire a quelli vecchi. Dei bambini si spingono e trastullano sulle onde sopra due grossi sacchi di rifiuti di plastica legati assieme.

Puri, Villaggio dei pescatori. La barca dei bambini, composta da due sacchi di rifiuti di plastica, legati insieme.

Puri, Villaggio dei pescatori. La barca dei bambini, composta da due sacchi di rifiuti di plastica, legati insieme.

Dopo qualche kilometro di cammino sulla spiaggia i rifiuti diminuiscono e donne, bambini e pescatori scompaiono. Al ritorno è già sera. Attraversiamo il villaggio animato da donne che cucinano all’aperto o stanno sedute a chiacchierare davanti alle porte delle loro case sempre aperte, bambini che corrono in bicicletta, uomini che discutono in strada davanti ai piccoli negozi con il banchetto affacciato direttamente sulla via.

Puri, Fisher Village, sera. I compiti di aritmetica alla fievole illuminazione di strada.

Puri, Fisher Village, sera. I compiti di aritmetica alla fievole illuminazione di strada.

Il Villaggio è molto esteso. Sotto un piccolo lampione una bambina sta disegnando la tavola pitagorica inserendovi le tabelline. Più avanti, appena fuori dalla zona pescatori, in una stanza illuminata, seduti per terra in cerchio, con un libro aperto, ci sono alcuni bambini, forse una decina e una donna sta leggendo loro un brano in Odia, la lingua dell’Orissa.

Orissa, Puri, Fisher Village, 8 gennaio 2016. Pomeriggio in una classe di bambini piccoli.

Orissa, Puri, Fisher Village, 8 gennaio 2016. Pomeriggio in una classe di bambini piccoli.

8 gennaio 2016

Mattinata in spiaggia a leggere ancora “La montagna incantata”. Sono quasi alla fine e sempre più incuriosita dai ragionamenti di Hans Castorp.

Orissa, Puri, 8 gennaio 2016. Concertino sotto i portici del Sayar Saikate Hotel.

Orissa, Puri, 8 gennaio 2016. Concertino sotto i portici del Sayar Saikate Hotel.

Il pomeriggio lo trascorro, in parte, sotto i portici dell’hotel ad ascoltare Bernardo Rozbroj, un artista sessantaseienne di origine ceco-germanica che suona della musica tradizionale indiana con un antico strumento a corde denominato sarangì. E’ accompagnato dai tabla, dei particolari tamburi molto elaborati, suonati da un ragazzo indiano emigrato negli USA.

Puri, 8 gennaio 2016. Il musicista Bernardo Rozbroj.

Puri, 8 gennaio 2016. Il musicista Bernardo Rozbroj.

Bernardo è molto conosciuto qui a Puri in particolare per il concerto che ha tenuto dopo l’attentato terroristico di Mombay.

Puri, Fisher village, 7 gennaio 2016. Sera.

Puri, Fisher village, gennaio 2016. Sera.

Prima dell’ora del tramonto, insieme a Maria, Adeeb e a un italiano di Cremona, Giuseppe Angelo, detto Beppe, ci inoltriamo nel Villaggio dei pescatori. Beppe, pur essendo stato più volte a Puri, non si è mai arrischiato ad entrare nel villaggio e nutre un certo timore. Ci fermiamo davanti ad una scuola per bambini dai 3 ai 10 anni . La porta che dà sulla strada è aperta e la piccola aula è piena di bambini di 3-4 anni seduti sul pavimento che stanno disegnando su una lavagnetta. L’insegnante non parla inglese, ma ci concede di scattare delle foto.

Orissa, Puri, 21 gennaio 2016, Villaggio dei Pescatori. Bambine giocano a campana.

Orissa, Puri, gennaio 2016, Villaggio dei Pescatori. Bambine giocano a campana.

Lascio il villaggio insieme a Beppe che ha un appuntamento con il suo compagno di camera e con l’indiano di Agra che vive a Radapunta, entrambi seguaci di Hari Crishna. L’indiano di Agra è in pensione: ha la moglie e due figli sposati che continuano la sua attività nella lavorazione dell’argento. Le due famiglie, la moglie e i 4 nipoti vivono insieme in una grande casa, mentre lui se ne sta a Radha Kunda, nello stato dell’Uttar Pradesh, accanto al grande tempio dell’Hari Crishna. Alla tea-stall della Subham Beach il pensionato di Agra ci offre il tè mentre Jay Crishna Das, il compaesano compagno di stanza del Beppe (il suo vero nome è Giovanni o Gianni) mi racconta che 20 anni fa (ora ha 48 anni) ha lasciato il lavoro alla Telecom e si è trasferito in India. Vive con i 350 euro mensili che ricava dall’affitto della sua casa di Cremona. Abita a Radha Kunda anche lui, un luogo sacro che dista 140 km da Delhi, 20 da Vrindavan e 25 da Mathura.

Puri, Subham Beach, 16 gennaio 2016. Foto di gruppo.

Puri, Subham Beach, gennaio 2016. Foto di gruppo.

Gianni mi racconta che a Radha Kunda, 500 anni fa, il profeta Ceitaina ha portato il mantra di Hari Crishna. Ha camminato 24 anni per raggiungere Maipur (Bengala) e 24 per arrivare fino a Radha Kunda (H.P.). Beppe, invece, mi dice che lavora soltanto 6 mesi all’anno in Svizzera, in un’azienda agricola biologica che coltiva lamponi e mirtilli, ma si occupa anche di lavori artigianali legati all’edilizia. Il periodo invernale lo trascorre in India, la maggior parte nell’ashram shivaista del Prakash Puri Baba di Gurugaun, a 60 km da Delhi, verso Sud-Ovest. Il suo guru, chiamato anche Super Baba, sta chiuso in una gabbia d’acciaio per evitare di essere toccato ed è a disposizione delle persone che hanno bisogno dei suoi consigli. In questo ashram ci stanno soltanto uomini per evitare il crearsi di rapporti sentimentali. Per le donne -mi racconta- c’è il Kalimandir e a Vrindavan ora c’è una donna guru. Torniamo al nostro Sayar Saikate Hotel: i portici sono animati da un gruppo di musulmani che stanno cucinando del montone con una pentola a pressione. Provengono da Delhi e alcuni sono qui per lavorare con i cammelli e altri per vendere scialli e tappeti al mercato di Marina Beach. Abitano in 4 nella camera che hanno affittato già da tempo e cucinano sempre per conto loro. Mentre Maria, Adeeb e io stiamo salutando i musulmani per andare a cena arriva Bernardo, il musicista-pittore e si aggrega a noi.

Puri, mattinata del 17 gennaio 2016.

Orissa, Puri. Una mattinata di gennaio 2016.

9 gennaio 2016

Maria e Adeeb sono partiti per Delhi e trascorro la mattinata e parte del pomeriggio a leggere sulla spiaggia. A tratti parlo con dei docenti di matematica di un college privato di Calcutta che sono qui a Puri per 10 giorni e stanno concludendo un master in legge. Passeggiando tra le vie incontro Beppe, Gianni e il pensionato Hari Crishna di Agra: verso sera mi offrono un caffelatte sulla spiaggia. Già in mattinata Bernardo mi aveva mostrato il ritratto che aveva disegnato durante la notte insonne. Assomiglio molto alla strega di Biancaneve! Dopo cena, rientrando in hotel mi mostra ancora il terribile ritratto, ma anche un album con le fotografie dei concerti da lui tenuti, dei dipinti da lui realizzati, degli articoli scritti su di lui in diverse parti del mondo. Tra le foto dei suoi dipinti che tiene nel tablet fuoriescono delle immagini porno; gli chiedo la motivazione e mi risponde che è per lui è normale essendo un uomo senza moglie. Mi racconta che è stato sposato due volte: con un’americana dalla quale ha avuto una figlia che ora ha 28 anni e con una giapponese di 25 anni più giovane di lui. Bernardo attualmente vive a Monaco e tiene dei contatti solo via facebook con la figlia. Dallo Stato percepisce un assegno di 150 euro al mese che aumenterà fino a 900 quando non sarà più in grado di disegnare.

Puri, 11 gennaio 16.

Puri, gennaio 2016. Sul far della sera nella spiaggia Subhan.

10 gennaio

Camminata lungo la spiaggia con Beppe e Jay Crishna, al secolo Giovanni o Gianni, per andare a fare qualche compera nella zona del Jagannath Temple. Arriviamo là verso le 11.30 e tutta la zona è affollatissima di pellegrini che trasportano borse e valige sulla testa.

Orissa, Puri. Vista dalla Raghunandan Library, di fronte al tempio.

Orissa, Puri. Vista dalla Raghunandan Library, di fronte al tempio Jagannath.

Hanno trascorso la notte nel tempio e ora si stanno spostando verso la stazione delle corriere o dei treni per tornare a casa. Accanto all’hotel, nel tardo pomeriggio, vedo un gruppo di persone, quasi tutte donne, che stanno controllando dei bigliettini e versando dei soldi ad una ragazza. Un indiano mi spiega che è una forma di risparmio: versano 200 rupie al mese per 36 mesi e alla fine ritirano il denaro.

Orissa, Puri. Mercato alimentare accanto al Jagannath Temple.

Orissa, Puri. Mercato alimentare accanto al Jagannath Temple.

11 gennaio

Giornata trascorsa in spiaggia a leggere e a chiacchierare con Beppe, con un ragazzo cecoslovacco, con Gianni e con l’indiano di Agra: tutti, tranne Beppe, sono seguaci di Hari Crishna. Il ragazzo ceco mi mette al collo una collana di semi di Tulsi e mi regala una biografia di un guru. Secondo gli Hari Crishma la collana agisce in modo negativo sul tuo fisico nel momento in cui mangi carne o pesce.

Puri, 17 gennaio 2016. Una puja.

Puri, gennaio 2016. Celebrazione di una puja sulla Subhan beach..

A pranzo i giovani musulmani di Delhi che stanno nel mio hotel e cucinano per conto loro mi portano un gran piatto di riso con le verdure. A cena invece vado con il gruppo dell’Hari Crishna e Beppe. Dobbiamo scegliere un ristorante totalmente vegetariano dove cucinano il Masali Dosa, una specie di omlette ripieno di verdure, senza aglio e cipolla in quanto, secondo gli Hari Crishna, sono ortaggi che crescono in luna calante e quindi tolgono energia al corpo e allo spirito.

Puri, 17 gennaio 2016. Preghiera al mare.

Puri, gennaio 2016. Preghiera al mare.

12 gennaio 2016

Mattinata alla Grand Road, la via che si estende a fianco del tempio Jagannath. L’ho raggiunta camminando lungo la spiaggia con Beppe. C’era meno gente di domenica scorsa, ma si potevano incontrare i gruppi di pellegrini molto semplici, con le loro borse piene di vivande e coperte, appoggiate sull’asfalto e loro seduti per terra impegnati ad inzuppare, con le mani, il cjapati nelle salse.

Orissa, Puri, 13 gennaio 2016. Davanti all'ingresso del Jagannath Temple.

Orissa, Puri, 13 gennaio 2016. Davanti all’ingresso del Jagannath Temple.

Il pomeriggio lo trascorro sulla spiaggia accanto al mio hotel dove arrivavano gruppi di turisti indiani di una condizione sociale più elevata rispetto ai pellegrini incontrati accanto al tempio. Ci sono uomini vestiti con gli abiti tradizionali bianchi e il turbante in testa provenienti da Jaipur, nel Rajastan, donne con indosso eleganti sari di seta, studenti di ingegneria meccanica e informatica giunti dal Chhattisgar: tutti arrivano sulla spiaggia tanto desiderosi di vedere il mare quanto di scattare le loro foto ricordo. Alla vista di Beppe e mia seduti alla tea-stall, tutti si avvicinano a noi per salutarci porgendoci la mano e chiedendoci di posare insieme a loro per le foto di gruppo.

Orissa, Puri, 21 gennaio. Il bagno dei turisti in una giornata senza sole.

Orissa, Puri,  gennaio 2016. Il bagno dei turisti in una giornata senza sole.

13 gennaio 2016

Nella mattinata con i due seguaci di Hari Crishna e Beppe siamo ritornati nella zona della Grand Road per visitare due templi dedicati a Haridasakur, un seguace di Crishna vissuto 500 anni fa che andava cantando per le vie “Hari Hari Hari Crishna” e per questo motivo ha subito ogni tipo di tortura e persecuzione.

Orissa, Puri. L'albero dal tronco cavo sotto il quale meditava Mahaprabhu, un seguace di Hari Krishna.

Orissa, Puri. L’albero dal tronco cavo sotto il quale meditava Mahaprabhu, un seguace di Hari Krishna.

In uno dei due templi c’è la sua tomba mentre nell’altro c’è l’albero di Tulsi sotto il quale 500 anni fa il seguace di Hari Crishna meditava. Il tronco dell’albero è stato in parte tagliato in quanto volevano utilizzarlo per costruire l’altare del Jagannath Temple, ma la pianta era cava ed inutilizzabile. L’albero, alla base e lungo il tronco pare secco, ma si erge verso l’alto con dei rami rigogliosi che si divincolano curvandosi attraverso il tempio. Nella Grand Road l’indiano di Agra compra il cibo da portare agli amici Hari Crishna di Radapunta e qualche piccola immagine delle divinità come ricordo. Per ben due volte nei giorni scorsi è entrato al Jagannath Temple e lì ha acquistato il cibo sacro, il dono più importante di qui. Beppe e io, invece, ci compriamo della seta, lui per farsi un sacco a pelo, io forse, per un abito ad ombrello – come loro lo chiamano.

Orissa, Puri. Giochi e giocattoli di bambini che vivono sulla strada.

Orissa, Puri. Giochi e giocattoli di bambini che vivono sulla strada.

Nel tardo pomeriggio, lungo la stradina che porta alla spiaggia incontro una ragazza dai capelli rossi e la carnagione chiarissima. E’ insieme con un bambino di un anno che sta muovendo i suoi primi passi. E’ arrivata qui a Puri, in vacanza, 5 anni fa e si è innamorata del proprietario della guesthouse dove stava. Hanno un altro bimbo oltre a questo, di due anni e mezzo. In spiaggia c’è una signora di circa sessant’anni, norvegese, che soggiorna qui da diversi anni e per lunghi periodi.

Orissa, Puri, 30 gennaio 2016. Una delle stradine interne alla C.T.Road.

Orissa, Puri, gennaio 2016. Una delle stradine interne alla C.T.Road.

14 gennaio 2016

Oggi le stradine interne alla C.T. Road sono animate da grandi fuochi accesi già dal primo mattino con la preparazione di cibi da distribuire a tutti. Mi dicono che si sta svolgendo il Pongol Festival in onore di una divinità adorata dai pescatori. Davanti alle case, accanto ai disegni appena eseguiti, sono comparse le scritte “Happy Pongol”. Nella tarda mattinata ho fatto il bagno alla Subham Beach, lasciandomi trasportare dalla forza delle onde fin sulla spiaggia. Nel pomeriggio all’hotel ho incontrato la donna svizzera arrivata due sere fa. Mi ha raccontato che si è licenziata dal lavoro impiegatizio che svolgeva a Zurigo per intraprendere un viaggio che durerà diversi anni.

Puri, 17 gennaio, primo mattino. Puja di famiglia.

Orissa, Puri, gennaio 2016. Gruppo familiare che sta celebrando una puja.

Sul tardi son tornata a leggere sulla spiaggia e a guardare i nuovi arrivi. I gruppi di turisti hanno attirato immediatamente i venditori di collane, bracciali e conchiglie facendo concludere loro dei buoni affari. Gli indiani, arrivati qui per lo più per visitare il Jagannath Temple, a volte trascorrono soltanto qualche decina di minuti sulla spiaggia e poi ripartono portando con loro i preziosi souvenir.

Puri, 17 gennaio 2016. Dopo il bagno.

Puri, gennaio 2016. Dopo il bagno.

Scendendo in spiaggia poco fa, ho incontrato una coppia di anziani americani che vedendo la mia collana di Tulsi mi hanno chiesto se appartengo agli Hari Crishna. Ho risposto che è un regalo di un seguace Hari Crishna e ho notato che anche loro portavano una collana simile. Sempre sulla via della spiaggia, un indiano del posto mi ha raccontato che possiede una piccola guest house vicino alla C. T. Road. Il suo lavoro vero, però, consiste nel disegnare delle animazioni per i bambini. Mi dice anche lui che tutti i ragazzini di Puri frequentano la scuola, ma molti di loro lo fanno soltanto saltuariamente. Riguardo al problema delle immondizie e alla mancanza di una cultura della raccolta e del recupero dei rifiuti mi informa che l’azione del governo attuale è troppo debole e che per educare la popolazione ci vorranno almeno altri 20 anni.

Puri, 17 gennaio 2016. Il giro sul cammello.

Orissa, Puri, gennaio 2016. Un giro sul cammello.

Vado a cena con Beppe e poi ricevo la visita nella mia stanza di Giovanni che mi fa grandi discorsi sugli Hari Krishna, una visione del mondo che ha dato senso alla sua vita.

Puri, 17 gennaio 2016. Bagno nel Golfo del Bengala.

Puri, gennaio 2016. Bagno nel Golfo del Bengala.

15 gennaio 2016

Un altro bel bagno tra le onde del Golfo del Bengala e grandi chiacchierate con Beppe, che ha cambiato guest house dopo un dissidio con Gianni. Ora qui ci sono anche il ragazzo cecoslovacco che ora si è trasferito nella stanza di Giovanni e Giovanni, naturalmente. Il ragazzo ha 33 anni; ha lasciato la famiglia e Praga quando aveva 20 anni per seguire il movimento degli Hari Crishna. E’ figlio di un taxista e di una casalinga: ha un altro fratello che lavora in un negozio di automobili. Ha completato gli studi di scuola media superiore. Dice di essere felice e recita continuamente il mantra sgranando una corona che tiene nascosta in una borsettina bianca. Anche lui veste tutto di bianco, ha i capelli rasati a zero e un segno verticale grigio disegnato sulla fronte.

Puri,primo mattino del 17 gennaio 2016. Simboli.

Puri, primo mattino di un giorno di metà gennaio 2016. Simboli.

Nel pomeriggio mi raggiunge in spiaggia Beppe. Lui, quando sta in India nell’ashram shivaista del Prakash Puri Baba di Gurugaun fa il guru: ascolta le persone e da loro delle indicazioni per risolvere i loro problemi. Mi racconta che una donna si è rivolta a lui in quanto suo figlio da un giorno non camminava e lui, oltre ai consigli, le ha dato la propria urina da far bere al bambino e il caso si è risolto. Beppe usa le api per guarire le cervicali: cattura le api e fa pungere il paziente sulla nuca. Ultimamente una donna si è rivolta a lui in quanto non riesce ad avere figli pur essendo sposata da 4 anni. Beppe ha individuato il problema nella predisposizione all’alcolismo del marito e le ha dato un anno di tempo per rivederla con un bambino in braccio. Le offerte che Beppe riceve dai pazienti le lascia al tempio.

Puri, Shubham Beach, 18 gennaio 2016. Massaggi.

Puri, gennaio 2016. Massaggi alla Subhan Beach.

Sulla spiaggia al tramonto si è levato un forte vento e Beppe mi invita a visitare la guest house dove abita ora. Sta sulla spiaggia: il proprietario è un indiano del posto che ora, assieme ad un giapponese, sta affinando un progetto per la costruzione di un altro hotel non lontano da qui.

Puri, 26 gennaio 2016, verso sera. Vista dalla tea-stall sulla spiaggia.

Puri, gennaio 2016. Tea-stall della Subhan Beach.

16 gennaio 2016

Non avrei mai pensato che fare il bagno e lasciarmi spingere dalle grosse onde del mare mi piacesse così tanto. Oggi è sabato e fin dal primo mattino centinaia di turisti sono arrivati sulla spiaggia: vengono da Calcutta, dal Panjab, dal Rajestan, dall’Assan…Si distinguono sommariamente per il modo di indossare il sari, per i costumi degli uomini ed anche per le caratteristiche somatiche. Alcuni gruppi familiari ci chiedono anche oggi di farsi fotografare insieme a noi.

Puri, 17 gennaio 2016, mattino. Puja di donne.

Puri, 17 gennaio 2016, mattino. Puja di donne.

Man mano che arrivano sulla spiaggia, decine e decine di venditori di collane, bracciali, conchiglie e cibi raggiungono le famiglie incantate a guardare il mare. Si formano immediatamente i cerchi di persone che rimangono un po’ di tempo a contrattare i prezzi e alla fine le donne si allontanano con pile di bracciali di madreperla, collane di perle che quasi sempre sono delle perfette imitazioni di quelle vere.

Orissa, Puri, 21 gennaio 2016, mattino. Puja.

Puri, gennaio 2016. Rituali del mattino sulla spiaggia Subhan.

Gi uomini sono attratti più dalle grosse conchiglie che provano continuamente a suonare alternandosi con i venditori. Anche i fotografi hanno il loro bel da fare: le coppie di ogni età, a volte sole, a volte insieme a tutti gli altri componenti, posano con i piedi immersi nel mare, sull’attenti o con le mani giunte, davanti ai numerosi fotografi di spiaggia che li accerchiano.

Puri, tramonto del 25 gennaio 2016.

Puri, gennaio 2016. Tramonto.

17 gennaio 2016

Anche oggi, domenica, la spiaggia è affollatissima di turisti indiani. Sono arrivati i gruppi che hanno l’abitudine di far asciugare i sari tenendoli tirati da due persone poste l’una di fronte all’altra. Già al mattino presto le donne sempre vestite si sono immerse nel mare divertendosi all’arrivo delle onde.

Puri. Sabbiature alla Golden Beach.

Puri, gennaio 2016. Sabbiature alla Golden beach.

I ragazzi più coraggiosi si sono spinti più in là e si stanno tuffando tra le onde più alte riemergendo subito dopo. Anch’io più tardi li raggiungerò e mi lascerò solo sommergere e spingere verso la riva dalle fragorose onde per poi ritornare più al largo ad aspettarle. Lungo la spiaggia diverse donne stanno preparando gli incensi e le candele per le puja. Alcune di loro hanno scavato una fila di laghetti circolari con le mani recitando dei mantra. Nel pomeriggio una famiglia del Gujarat con la nonna di 97 anni, genitori, zie e nipoti si siedono accanto a me per farsi scattare delle fotografie. Un fratello e una sorella di 18 e 19 anni, entrambi studenti di un indirizzo commerciale sono incuriositi dal mio ebook e mi chiedono delle informazioni sul suo funzionamento. Tutta la numerosa famiglia ha percorso 800 km in treno per trascorrere due giornate a Puri.

Orissa, Puri. L'entrata al Jagannath Madir, XII secolo. I non induisti non possono accedere.

Puri, gennaio 2016. L’entrata al Jagannath Temple.

Domani si recheranno a visitare il Jagannath Temple e alla sera ripartiranno per il Giurajat. Mentre rientro dalla spiaggia assistito al sacrificio di capre e galli nei due templi induisti della Subham Beach. Le capre, tutte nere, erano lì intorno da qualche giorno: pascolavano tranquille in quel po’ d’erba cresciuta sotto la muraglia che separa la strada dalla spiaggia. Ora sono lì, alcune a terra altre appese per le zampe posteriori ad un palo mentre degli uomini le stanno squartando. I galli sono ancora vivi e stanno legati ad un palo accanto al sangue delle capre. Anche loro, dopo aver mangiato a sazietà faranno la stessa fine. E’ un sacrificio – mi spiega qualcuno – un’offerta agli dei che una parte di fedeli della religione induista attua per tener lontane le forze del male!

Copia (2) di Orissa, Puri, 12 gennaio 2016. Tramonto sul Golfo del Bengala.

Orissa, Puri, gennaio 2016. Tramonto sul Golfo del Bengala.

18 gennaio 2016

Pur essendo lunedì, la spiaggia è affollata di turisti. Donne e uomini camminano a mani giunte verso il mare, s’inchinano a baciarlo e poi si bagnano il viso e i capelli guardando verso l’orizzonte. Una famiglia del Madya Pradhes dopo avermi chiesto di posare per le loro foto, vorrebbe offrirmi la colazione. Un altro gruppo di bramini e una famiglia proveniente da Darjeliing è felice di scattare delle foto ricordo insieme a me. Sono tutti qui per due giorni e stanno viaggiando in treno.

Spiaggia e mare

Puri, gennaio 2016. Subhan Beach.

Faccio il bagno tra le onde del mare che arrivano a volte con forza sul mio corpo facendomi perdere l’equilibrio e costringendomi a trattenere il respiro fino a quando riesco a riemergere. A pranzo sono invitata nella guest house dove sta Bebbe. C’è il proprietario, un bramino di circa 60 anni che abita in centro con la moglie. Per confermarci la sua casta ci mostra il cordone che porta appeso sotto i vestiti. Ci racconta che le sue due figlie di 27 e 28 anni lavorano in una banca di Koraput e vivono laggiù, nel sud dell’Orissa. Una di loro si sposerà il prossimo anno: il padre ha già combinato il suo matrimonio. Gli altri ospiti sono 5 giapponesi: un ragazzo di 27 anni appena laureato in psicologia che aspira ad avere un posto di lavoro in un ospedale di Hiroshima; un cantante e suonatore di chitarra, un uomo d’affari, una ragazza disoccupata. Beppe per pranzo ha preparato le tagliatelle fatte da lui e condite con il sugo di pomodoro.

Orissa, Puri, 12 gennaio 2016. Pomeriggio sulla Subham Beach.

Puri, gennaio 2016. Pomeriggio alla Subhan beach.

19 gennaio 2016

La mattinata la trascorro ad aspettare mio figlio sulla C. T. Road mentre lui era già arrivato all’hotel dalla parte opposta. Passeggio poi con lui al Fisher Village e nella zona del Mercato del Pesce. Lungo la C.T. Road ci sono due negozi particolari difesi da fitte inferriate attraverso le quali vengono distribuiti gli acquisti: bevande alcoliche e, anche questa governativa, marjuana. La sera in hotel facciamo grandi chiacchierate con Gianni e Simone, mio figlio, bevendo ginger e sgranocchiando cajiu (anacardi, frutti simili alle noci) e caramelle.

Acquisti.

Puri, gennaio 2016. Acquisti in spiaggia.

20 gennaio 2016

La giornata intera è caratterizzata da intense piogge con strade divenute come torrenti: chiacchiero a lungo con Gianni e Simone e a momenti leggo i “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij che mi piace molto. Gli Hari Crishna oggi non mangiano cereali e legumi in quanto la luna è in una certa fase. Naturalmente, come sempre, non mangiano nemmeno cibi con dentro cipolla, aglio e le uova. Gianni mi precisa che questi due ortaggi sono banditi in quanto crescono sotto terra e con la luna calante, mentre le uova non le mangiano in quanto contengono la possibilità di vita.

Dopo la pioggia2

Puri, gennaio 2016. Villaggio dei pescatori dopo una pioggia intensa.

Una breve passeggiata in solitudine nel tardo pomeriggio, in un momento di sosta del temporale, saltellando qua e là per evitare le grandi pozze d’acqua, per pranzare velocemente con un thali. Simone ricompare in hotel soltanto a sera inoltrata e usciamo insieme per cenare al Lotus restaurant dove c’è il Wi.Fi.

Dopo la pioggia.

Puri, gennaio 2016. Subito dopo la pioggia.

21 gennaio 2016

E’ una giornata nuvolosa e umida, ma non resisto e vado a leggere sulla spiaggia. Già verso le 9.00 del mattino e nonostante la giornata fredda c’è diversa gente a fare il bagno. Anche verso sera ci sono dei turisti che stanno a guardare il mare illuminato dalla luna apparsa nel cielo terso. Domani dovrebbe ritornare il sole.

Orissa, Puri. Villaggio dei pescatori di mattina

Puri, gennaio 2016. Mattinata al Villaggio dei pescatori.

22 gennaio 2016

Il sole è tornato, ma fa meno caldo dei giorni scorsi. Faccio un lungo bagno, ma quando esco dall’acqua con gli abiti bagnati sento freddo e corro in hotel a cambiarmi. In spiaggia nel tardo pomeriggio è riapparso Beppe che non vedevo da due giorni. Ha concluso un accordo con dei giapponesi interessati alla cucina italiana che hanno preso in gestione la cucina della piccola guest house dove sta: gli hanno pagato 25 notti in cambio della preparazione di un piatto italiano al giorno. L’anziano tedesco insegnante di judo è andato nella stanza di mio figlio per invitarlo alla sua lezione di domani pomeriggio.

Orissa, Puri, 31 gennaio 2016. Tra i chioschi della Shubham Beach.

Orissa, Puri, gennaio 2016. Sera tra i chioschi della Subhan Beach.

Alla cena andiamo al Pink dove c’è il w.f. ma non riusciamo a telefonare in nessun modo ad Armando, il padre di mio figlio. Seduto dietro di noi c’era Bernardo, il musicista, con un turista occidentale. Stanno guardando le solite foto pornografiche sul tablet. Nel tavolo accanto a loro ci sono due donne di una certa età, una delle quali è svedese. Secondo quanto mi ha raccontato Beppe la svedese abitava nella sua guesthouse fino a qualche giorno fa, ma aveva creato dei problemi sia in quanto si ubriacava e si drogava, sia in quanto riceveva tutte le sere degli uomini nella sua stanza.

Puri, 26 gennaio 2016. Festeggiamenti per un matrimonio di casta elevata sulla C.T. Road.

Puri, gennaio 2016. Festeggiamenti per un matrimonio sulla C. T. Road.

23 gennaio 2016

Anche oggi ho fatto un bagno bellissimo! Ho imparato a lasciarmi sommergere dalle onde e a muovermi sotto l’acqua trattenendo a lungo il respiro fino a riprendere la posizione orizzontale.

Puri, tramonto del 22 gennaio 2016.

Puri, gennaio 2016. La Subhan beach al tramonto.

Le onde questa mattina sono molto forti e mi son ritrovata ad un certo punto sottacqua tra le gambe degli indiani che stavano poco distanti da me. Nella mattinata e anche nel pomeriggio in spiaggia sono arrivati Beppe, Gianni e due Hari Crishna: il giovane cecoslovacco e uno spagnolo arrivato da poco qui. Dopo cena, quando rientro in hotel, davanti alla mia stanza c’è il gruppo degli Hari Crishna con degli altri seguaci che, al suono di una loro musica, stanno mangiando con la mano il cibo santificato del Jagannath Temple. Uno di loro, un indiano ha potuto entrare nel tempio ed acquistare la prasada (cibo vegetariano consacrato offerto alla divinità) per tutti. Gli Hari Crishna stanno seduti in cerchio, ma un posto è occupato da un altarino dove sta appoggiata la fotografia del loro guru tra due candele a forma di fiore.

Il Jagannath Temple visto dalla Grand Road.

Puri, gennaio 2016. La Grand Road accanto al Jagannath Temple.

24 gennaio 2016

Ho fatto un bagno lunghissimo lasciandomi cullare dalle onde con ribaltamenti e nuotate sottacqua per rimettermi in piedi: dal mare sento sprigionare una grande energia! Nel pomeriggio sulla spiaggia ricevo molte richieste di foto da scattare insieme a numerosi turisti indiani.

Orissa, Puri, 30 gennaio 2016. Tra Shubham Beach e Marina Beach.

Puri, gennaio 2016. Un tratto di spiaggia tra la Subhan beach e Marina beach.

Un gruppo di donne del Panjab, in particolare mi colpiscono per i loro bellissimi abiti composti da un camicione lungo con gli spacchi laterali e dal pantalone largo, arricciato, di colore diverso, ma abbinato con molto buon gusto. Sono tutte sui sessant’anni, a parte la giovane nipote. Tante di loro sono ex insegnanti in pensione dall’età di 58 anni. La nipote è ingegnere petrolchimico: vive e lavora in Canada.

L'ora del tramonto

Puri, gennaio 2016. L’ora del tramonto sulla spiaggia.

Nel tardo pomeriggio sulla spiaggia fa freddo, ma numerosi turisti indiani stanno facendo comunque il bagno. Mi rifugio al riparo dei teli di plastica della cjaivalla, la tea-stall della spiaggia, dove di solito  vanno i miei amici europei. Ora non ci sono: c’è soltanto un fotografo di 43 anni dai capelli brizzolati con il quale ogni tanto scambio quattro chiacchiere. Non ha la divisa che solitamente indossa quando va a fotografare i turisti ed è seduto lì su una sedia di plastica. Sposto una sedia vicino a lui, ma quando mi siedo la sedia cede: ha le gambe di plastica rafforzate con dei pezzi di legno, ma non regge al mio peso e mi aggrappo al fotografo per non cadere.

Puri, 23 gennaio 2016.C.T. Road, interni.

Puri, gennaio 2016. Interni della C. T. Road.

Sostituita la sedia traballante, lui mi racconta un po’ la storia della signora della cjaivalla: era andata sposa ad un uomo anziano ed è rimasta vedova qualche anno fa. Erano molto poveri e lui, il marito, in particolare, ha lavorato duramente per sopravvivere. Riguardo a Puri, mi riferisce che il clima rimane mite anche durante la tarda primavera grazie all’aria fresca che arriva dal mare. I turisti, in quel periodo, diminuiscono notevolmente, ma non scompaiono. Durante i mesi di luglio, agosto e settembre, invece, qui arrivano i monsoni e l’attività turistica si arresta.

Puri, tramonto del 23 gennaio 2016

Puri. Tramonto di fine gennaio 2016.

25 gennaio 2016

Oggi le onde arrivano violente, mosse dal vento che proviene dal mare. Durante il bagno mi spingono con forza, facendomi correre, cadere, sommergere e lasciandomi riaffiorare a volte con i seni che fuoriescono dalla maglietta, quasi sfilata. Riesco appena a ricompormi, prima che arrivi l’onda successiva e ricominci il mio annaspare. Nel pomeriggio una turista giapponese che si era spinta troppo al largo rischia di annegare. Viene tratta in salvo da un bravissimo bagnino che da lontano l’ha vista in difficoltà. Questo episodio ha portato un grande affollamento di gente intorno alla malcapitata e numerose foto ricordo per immortalare l’evento.

Orissa, Puri, 22 gennaio. Shubham Beach. Pidocchi.

Puri, fine gennaio 2016. Pulizia dai pidocchi sulla spiaggia.

26 gennaio 2016.

Un lungo bagno anche questa mattina, abbandonandomi alla forza delle onde, lasciandomi spingere per una corsa verso la spiaggia e ritornando poi indietro, verso il mare. Vestita con un top e un pezzo di stoffa fermata in vita da due spille da balia, gocciolando lungo la via, sono ritornata in hotel per sciacquarmi e cambiarmi. Il pomeriggio è trascorso in un attimo con un po’ di lettura sulla spiaggia e un the verso sera tra i teli malandati della tea-stall, al riparo dal vento freddo che si alza puntuale, ogni sera. Mi siedo con cautela sulla sedia di plastica con le gambe aggiustate e osservo la signora in sari, con il golfino e la cuffietta di lana mentre prepara il the sul fornello a gas. Il nipote è riuscito a collegare i fili ad una batteria ed è arrivata l’illuminazione dalle due lampadine a basso consumo energetico poste una sopra il fornello e l’altra sopra una specie di armadio. Fuori ci sono delle persone che guardano il mare e verso il Villaggio dei pescatori vedo ancora dei bambini che giocano a rincorrersi. Laggiù, verso l’orizzonte le barche dei pescatori si sono infittite e sono comparse anche due lampade ora. Sul tardi, percorrendo la C.T. Road dove da giorni hanno appeso degli addobbi lungo due vie laterali, incrocio un corteo nuziale formato da carrozze, carri, grosse lampade illuminate. All’interno di una lussuosa auto bianca ricoperta di fiori sta lo sposo in costume da marajà. Ogni tanto scoppiano dei fuochi d’artificio che vanno ad illuminare il cielo stellato. La luna piena verso Est con i suoi mari ben visibili riflette la sua luce sui tetti delle case più lontane. Musica, canti, danze e folle di ragazzini e curiosi accompagnano il corteo nuziale che lentamente si sposta verso il palazzo dei festeggiamenti, vicino al mare.

Puri, 7 gennaio 2016. L'ora del tramonto.

Puri, gennaio 2016. L’ora del tramonto sulla spiaggia oltre il Villaggio dei pescatori.

27 gennaio 2016

Le onde oggi sono meno violente dei giorni scorsi, ma arrivano più ravvicinate. Il mare è di color grigio argenteo e l’acqua è tiepida: il sole a volte scompare dietro le nuvole facendosi attendere solo per qualche minuto. Nel pomeriggio, verso le 16.00, mentre sto uscendo dal cancello dell’hotel, vedo una mucca con il suo vitellino nato da poche ore.

Puri, 27 gennaio 2016, verso le ore 17.30. Il vitellino nato nel pomeriggio.

Puri, 27 gennaio 2016. Il vitellino nato da poche ore sulla strada.

Alle 12.30, difatti, quando sono rientrata dalla spiaggia non c’erano e dai pochi racconti della gente, pare che il vitellino sia nato pochi minuti dopo. Sulla spiaggia verso Sud-Est è appena arrivata una barca a motore carica di pesce. Alcuni uomini stanno scaricando il pesce avvolto in un telo di plastica mentre altri si occupano del trasporto del motore e dell’elica. Un altro gruppo sta legando con una corda le due estremità della barca, poi la sollevano per trasportarla a riva.

Orissa, Puri, Shubham Beach. Tramonto del 30 gennaio 2016.

Puri, fine gennaio 2016. Tramonto sulla Subhan Beach.

I ragazzini impegnati lì accanto con il gioco del lancio di una pallina, all’arrivo dell’imbarcazione si riversano intorno per osservare il lavoro dei pescatori. Il sole laggiù all’orizzonte è diventato una grande palla arancione; dalla parte opposta, al largo le barche si stanno facendo sempre più numerose. Ora il sole è già tramontato, ma si riescono ancora a distinguere le figure colorate dei pescatori: stanno ritti, immobili sulle barche in movimento. Tornando all’hotel, verso le 17.30, vedo che il vitellino è già in piedi e sta succhiando il latte dalle mammelle della mucca.

Orissa, Puri. Fila per rinnovare la tessera alimentare.

Puri, gennaio 2016. La fila per il rinnovo della tessera alimentare.

Più tardi, mentre rientro di nuovo in hotel dopo aver cenato con Simone in una baracca sulla spiaggia incontro due ragazzi del Panjab e uno dell’Orissa con una gran voglia di parlare. Tutti stanno svolgendo un’attività sociale retribuita a favore dei bambini che lavorano. Appartengono all’associazione internazionale Bachdan Bachao Andolan della quale Kailash Satyarthi, premio Nobel per la pace nel 2014, è membro. Questa organizzazione dà lavoro ad un migliaio di indiani in un attività di recupero educativo di bambini e bambine che non frequentano la scuola e vengono sfruttati già da piccoli nei vari settori produttivi. Secondo il racconto di questi giovani, l’associazione per la quale lavorano svolge la sua attività in collaborazione con l’UNICEF. E’ ormai tarda sera, arrivo davanti al cancello dell’hotel e saluto il vitellino che ora sta in piedi sulle sue zampe malferme. Accarezzo la mucca che sta ruminando della paglia; mi addentro poi nel piccolo parco e apro le porte che precedono la loggia che sta davanti alla mia stanza, curiosa di vedere chi sta lì seduto a contemplare la notte.

Puri, 11 gennaio 16. Quasi sera.

Puri, gennaio 2016. Quasi sera sulla spiaggia Subhan.

28 gennaio 2016

Dopo un altro fantastico bagno in un mare grigio e movimentato mi concedo un bel massaggio ayurvedico che mi sta toccando tutti i punti del corpo provocandomi a volte del dolore.

Puri, 7 gennaio 2016. Tramonto sulla spiaggia del Fisher Village.

Orissa, Puri, gennaio 2016. Il mare di fronte al Villaggio dei pescatori.

Nel pomeriggio la mucca e il vitellino non ci sono più e ricompaiono al loro posto in strada soltanto verso sera. Nel pomeriggio mentre mi inoltro verso il Villaggio dei Pescatori alla ricerca del sarto che mi aveva fatto dei lavori qualche tempo fa, ho incontrato un indiano che mi ha indicato una sartoria proprio accanto all’hotel. Ho portato là quei due pezzi di seta che avevo acquistato sulla Grand Road per farmi confezionare un abito, ma ora ho cambiato idea e mi farò cucire una specie di copriletto.

Orissa, Puri. La cura del pesce.

Orissa, Puri. La cura del pesce nella zona del Villaggio dei pescatori.

La sartoria sta al piano terra di un edificio in costruzione da anni abbandonato dove vive una famiglia con la moglie e la figlia che svolgono l’attività di sarte usando una sola macchina da cucire. Farmi capire da loro è stata un’impresa estenuante, ma alla fine ci siamo intesi. L’indiano che mi aveva accompagnata lì mi ha portata poi nella zona del mercato, sulla C.T. Road, dove mi ha indicato i negozi di stoffe e di decorazioni per gli abiti che cercavo. Camminando mi ha raccontato sommariamente la sua storia: ha 37 anni e si è sposato quando ne aveva 17. Ha 3 figli, due ragazzi di 18 e 19 anni che svolgono il mestiere di pescatore e una ragazza che non lavora. Lui si è infortunato ad una spalla e sta perdendo la vista per cui non può più lavorare. Mi racconta che il governo indiano non provvede con alcun sostegno al suo sostentamento e le cure di cui avrebbe bisogno richiedono molto denaro. La sera, sotto la loggia dell’hotel, partecipiamo alla grande prasada a base di thali con le salse e il riso contenuti in vasi di terracotta di varie misure e un sacchetto con i dolci: le sfogliatine delle lingue di Jagannath. Naturalmente, anche questa sera, il tutto è stato acquistato all’interno del Jagannath Temple dall’Hari Crishna indiano. Gianni e il ragazzo cecoslovacco hanno apparecchiato il pavimento della terrazza: hanno messo tre coperte che, insieme al tavolino dell’altare con le immagini di Crishna, hanno formato una specie cerchio. Gianni ha offerto il cibo al suo Dio mettendo un piatto ricolmo di thali davanti alla sua immagine; dopo una decina di minuti ce lo siamo spartito. Terminata la cena, Gianni ha lavato il pavimento, una prassi che ricorre sempre per non contaminare la sacralità dell’evento sacro.

Orissa, Puri. La via del tempio.

Orissa, Puri, gennaio 2016. La via che porta al Jagannath Temple (Temple road).

29 gennaio 2016

Ho notato che il vitellino e la mucca durante il giorno vanno a passeggio, ma tornano alla sera e per riposare qui, all’esterno dell’hotel. Qualcuno ha portato alla mucca un secchio con acqua e latte da bere e delle foglie di cavolo da mangiare.

Puri,3 febbraio 2016, tarda mattinata. Dopo l'ultimo bagno

Orissa, Puri, gennaio-febbraio 2016. Con gli abiti bagnati subito dopo il bagno.

Durante la mattinata, prima del grande, meraviglioso bagno, faccio lunghe chiacchierate in spiaggia con Beppe che a 57 anni è alla ricerca di una compagna che gli dia un figlio. I toni agressivi e critici verso gli altri si sono lievemente smorzati e in questi giorni è diventato più dialogante. Tra lui e Gianni si è incrinata un’amicizia che durava da 20 anni da quando Beppe ha bisticciato con la proprietaria del nostro hotel per degli interventi di ripristino nella stanza con cui stava con Gianni, che lui avrebbe richiesto e lei gli avrebbe negato. Gianni è rimasto nella stanza e Beppe se n’è andato, ma avrebbe voluto la solidarietà di Gianni. L’Hari Crishna spagnolo è partito in treno per Vrindavan questa mattina mentre Gianni e il ragazzo cecoslovacco se ne andranno là questa notte.

Orissa, Puri, 30 gennaio 2016, tarda mattinata. La Grand Road accanto al Jagannath Temple.

Puri, tarda mattinata del 30 gennaio 2016. La Grand Road accanto al Jagannath Temple.

Nel pomeriggio insieme a loro e a Simone siamo andati alla Grand Road per gli ultimi acquisti. Mentre i due Hari Crishna compravano le lingue di Jagannath e attendevano che qualche fedele indiano acquistasse per loro del cibo santificato all’interno del tempio, io e Simone siamo andati in un negozio a guardare le bellissime sete dell’Orissa: dovrò decidere per il colore e il modello e poi tornare per comprare la stoffa e farmi confezionare un abito.

Copia (2) di Orissa, Puri, 12 gennaio 2016, tarda mattinata. Grand Road.

Orissa, Puri, gennaio 2016. Pellegrini accanto al Jagannath Temple.

30 gennaio 2016

Sono tornata alla Grand Road attraverso la spiaggia. C’era la nebbia stamattina ed è rimasta fin quasi a mezzogiorno, ma la spiaggia era comunque affollata. E’ sabato e come al solito, nei fine settimana, arrivano le famiglie indiane a visitare il Jagannath Temple e a godersi uno o forse due giorni di mare.

Orissa, Puri. Jagannath Temple, XII secolo.

Orissa, Puri, gennaio 2016. Il Jagannath Temple visto dalla terrazza della libreria di fronte.

Sulla spiaggia si vedono mucchi di borsoni e valigie che probabilmente appartengono ai pellegrini che trascorrono una o due notti a Puri, dormendo all’interno del tempio.

Orissa, Puri, 12 gennaio 2016, pomeriggio. La figlia di una negoziante mentre sta eseguendo i compiti sulla via.

Orissa, Puri, gennaio 2016. La figlia di una negoziante mentre sta svolgendo i compiti sulla strada.

Davanti all’hotel stasera qualcuno ha legato la mucca ad un paletto evidentemente per far mangiare il vitellino che sta crescendo pauroso, ma indipendente.

Puri, 7 gennaio 2016. Pomeriggio lungo le vie del Villaggio dei pescatori.

Puri, gennaio 2016. Pomeriggio al Villaggio dei pescatori.

31 gennaio 2016

E’ domenica, ma non c’è molta gente in spiaggia. In tarda mattinata mi concedo un bagno più lungo del solito. Le onde arrivano con violenza e si ritirano trascinando vorticosamente la sabbia all’indietro, in obliquo, nella direzione Sud-Est. Sento il vuoto che si crea ogni volta sotto i miei piedi e la sabbia che scivola via. Più avanti trovo un dislivello, ma arriva subito un’onda che mi sospinge verso la riva per poi riafferrarmi e trascinarmi all’indietro.

Puri, 2 febbraio 2016. Il vitellino nato da pochi giorni all'entrata del Sagar Salkare Hotel.

Puri, 1 febbraio 2016. Il vitellino dopo pochi giorni dalla nascita.

Il vitellino trascorre ora la giornata da solo. Sta all’ombra delle case in un vicolo di fronte all’hotel e a volte si nasconde. La mucca torna ogni tanto al suo posto per lasciarlo succhiare il latte. C’è sempre qualcuno che porta degli scarti di verdura lì!

Puri, pescatori sulla spiaggia del loro villaggio.

Puri, gennaio 2016. Pescatori sulla spiaggia di fronte al loro villaggio.

1 febbraio 2016

In mattinata sulla spiaggia un giovane uomo del Bangladesh si è seduto accanto a me e mi ha raccontato che sta viaggiando in treno attraverso l’India per cercare di estendere il suo business in borse per la spesa. E’qui insieme a dei parenti mentre la moglie e sua figlia di 12 anni sono rimaste in Bangladesh. Ha 41 anni ed è induista. Mi parla del Bangladesh: conta 160 milioni di abitanti dei quali 140 milioni sono musulmani e 20 induisti. Ci sono anche alcuni cristiani e pochi buddhisti. L’insieme della popolazione occupa una superficie di 55.000 kmq: nella capitale Dacca ci sono 10 milioni di residenti.

Puri, interni della C.T. Road. Una tea-stall.

Puri, interni della C. T. Road, 1 febbraio 2016. Una tea-stall.

A metà mattinata faccio un lunghissimo bagno lasciandomi ondeggiare a destra e a manca, correndo trascinata dai flutti, cadendo e abbandonandomi al sostegno del fantastico Oceano Indiano.

Puri, 1 febbraio 2016. Negozio su bicicletta.

Puri, 1 febbraio 2016. Negozio su bicicletta.

2 febbraio 2016

Ancora un lunghissimo bagno tra le onde del mare. Nel pomeriggio la signora dell’hotel ha voluto mostrarmi le foto di famiglia. Ha 40 anni, una figlia di 16 studentessa ed è vedova da 3 anni. Il marito è morto di cancro alla gola, una malattia durata 5 anni con frequenti ricoveri in un ospedale di Mombay. Aveva 45 anni ed era lui ad occuparsi dell’hotel. E’ stato un matrimonio di famiglia, ma molto ben riuscito, mi racconta, mentre le scendono le lacrime. Siamo sedute sui gradini della sua abitazione e in pochi attimi, mentre guardiamo l’album delle foto intorno a noi arriva una delle due famiglie musulmane composta da una giovane coppia e da 5 figli. I mariti vendono tappeti al mercato e vivono tutto l’anno in questo hotel; in questi giorni sono arrivate le mogli con i figli ed hanno portato una ventata di vivacità nel porticato e nel cortile dove alloggiano.

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Puri, gennaio-febbraio 2016. Pellegrini e bagagli sulla Grand Road, accanto al Jagannath Temple.

3 febbraio 2016

Questa sera Simone ed io lasceremo Puri e ci sposteremo ad Amarkantak dove sorge il fiume sacro Narmada. Questa mattina ho fatto l’ultimo bagno e, appena uscita dall’acqua, mi son fatta scattare una foto ricordo dal bagnino eroe, quello che ha salvato la ragazza giapponese che stava annegando. Tra i tanti tentativi, in una ha messo il dito davanti all’obiettivo, in un’altra ha premuto il tasto video, un’ultima è riuscita discretamente.

Puri, 17 gennaio 2016. Verso l'ora del tramonto.

Hampi 2015, (Karnataka)

Karnataka. Sull'autobus tra Hospet e Hampi.

Karnataka. Tra Hospet e Hampi. Incontri sull’autobus.

11 dicembre 2015: da Tanjore ad Hampi.

Ho viaggiato tutta la notte fino al pomeriggio per raggiungere Hampi. Ho valutato che in questo posto ero già stata, come anche a Tanjore del resto, ma rivedendo alcuni luoghi dopo qualche anno mi sto rendendo conto di aver raggiunto una maggior consapevolezza nell’avvicinarmi alla storia e alla cultura delle città. Qui ad Hampi non piove, anzi, fa caldo e ci sono un’infinità di templi da visitare.

Karnataka, dintorni di Hampi. La cittadina di Kamalapura.

Karnataka, dintorni di Hampi. La cittadina di Kamalapura.

Nel tratto da Bangalore ad Hospet sono riapparse le colline, con massi enormi, di colore rossastro, in bilico sugli strapiombi e qualche macchia verde di cespugli qua e là. Qui, ora, c’è una vasta pianura ricca di alberi con dei grossi frutti penzolanti, forse carrube, diversi bananeti e un’infinità di palme da cocco e di piante di avocado. Coltivazioni di mais, canna da zucchero, legumi, grano, riso, cipolle, piante di cotone, girasoli, colza si notano un po’ dappertutto. Da alcune parti le canne di granoturco sono secche e i contadini le stanno sistemando su dei carri di legno trainati da bufali saltellanti, ma anche da qualche vivace trattore. Capre, mucche, bufali e maiali pascolano sotto gli occhi vigili dei padroni che siedono all’ombra dei maggiociondoli in fiore. Lassù, sul profilo delle montagne spuntano ancora delle pale eoliche, che non paiono disturbare il paesaggio. I segni del vento si notano dalla posizione dei pali della corrente elettrica che seppur in cemento stanno inclinati in tutte le direzioni. Ci sono diversi campi appena arati, anche lassù, sulla pendenza della collina e sia in quelli lontani sia in quelli lungo i prati che fiancheggiano la strada, compaiono i covoni di paglia e fieno.

Karnataka,Kalamapura. Trasporti.

Karnataka, Kalamapura, nei pressi di Hampi. Trasporti comuni di persone e cose.

La strada è percorsa da un’infinità di camion carichi di merci che arrivano e partono; ogni tanto si fermano a riposare nelle diverse piazzuole di sosta sempre piene. La corriera per Hospet, ora, sta attraversando delle cittadine: Hinyur, Chitradurga, Osarilli, Fulli, tutte animate da vivaci mercati, da uomini che si spostano in bicicletta o in moto, da numerosi tuc-tuc sempre in attesa di clienti, da diversi carri di legno con sacchi di iuta pieni di granaglie e trainati anche qui da eleganti bufali dalle lunghe corna dipinte e inanellate. Vicino a Hospet c’è un grande fiume e sulla riva è ormeggiata qualche piccola barca di pescatori. Più avanti ancora un altro grande fiume che pare arginato in un grosso canale: su entrambi i lati molta gente sta facendo il bucato sui lavatoi in pietra. Più avanti ancora un grosso lago. La corriera si ferma al passaggio a livello chiuso: da entrambe le direzioni la gente attraversa i binari con tranquillità, nonostante le sbarre siano abbassate. Finalmente passa sbuffando un lentissimo treno merci azionato da una vecchia locomotiva che traina un’infinito numero di vagoni.

Karnataka, Hampi. Tramonto sul Krishna Temple.

Karnataka, Hampi. Tramonto sul Krishna o Crishna Temple.

Mentre da Hospet ci avviciniamo ad Hampi compaiono numerosi i templi che ricordano un po’ lo stile di Khajuraho. Verso sera vado al tempio principale: il Virupaksha Temple. C’è molta gente all’interno che accende lumini e porta le offerte ai sacerdoti in cambio delle benedizioni. Nel cortile i bambini giocano a rincorrersi: l’atmosfera è simile a quella che ho percepito nel bellissimo tempio di Orchaa alcuni mesi fa.

Karnataka centrale, Hampi. Cortile interno del Virupaksha Temple, XV secolo.

Karnataka centrale, Hampi. Cortile interno del Virupaksha Temple, XV secolo.

12 dicembre 2015

In mattinata torno per un attimo al Virupaksha Temple a sentire l’atmosfera del mattino. Salgo al Hemakuta Group of Temples dove, scendendo dalla parte opposta trovo una scultura monolitica di Ganesha, il dio elefante, alta 18 piedi.

Karnataka, Hampi, Crishna Temple. Particolare del portale, XVI secolo.

Karnataka, Hampi, Crishna Temple. Particolare del portale, XVI secolo.

Mi siedo a contemplare l’incantevole paesaggio di massi e di templi. Qui, ci sono ogni giorno in visita numerose scolaresche di varie età, rigorosamente divise in file di maschi e femmine e con le scuole di appartenenza distinte dal colore delle divise.

Karnataka, Hampi.

Karnataka, Hampi.

Scendo dalla collina dei templi Hermakuta e incontro una donna austriaca di 54 anni che sta viaggiando in India dalla fine di novembre e rimarrà fino a marzo. Non ha un lavoro fisso: un tempo faceva l’impiegata, ma si è stancata di quel tipo di lavoro. Quando tornerà al suo paese farà la badante.

Karnataka, Hampi. Bagno di ragazze al ghat.

Karnataka, Hampi. Bagno di ragazze al ghat sul fiume Thungabadra.

Nel tardo pomeriggio vado a cercare la riva del fiume Thungabadra: ci sono i barcaioli che trasportano i turisti da una sponda all’altra. Di là del fiume mi dicono ci sono soltanto delle guest house: i templi anche da lì sono distanti 7 km. Mi siedo all’ombra ad osservare i turisti: ci sono molti coreani, alcuni francesi, ma anche parecchi indiani che si spostano per il weekend. Un agricoltore indiano della zona di Varanasi mi fornisce delle indicazioni sui luoghi interessanti da visitare nella zona est dell’India. Puri potrebbe essere una meta interessante.

Karnataka centrale, Hampi. Panorama dal Hemakuta group of temples. Sullo sfondo il Virupaksha Temple.

Karnataka centrale, Hampi. Panorama dal Hemakuta group of temples. Sullo sfondo il Virupaksha Temple.

Di sera torno al Virupaksha Temple, sempre affollato e animato sia dalle persone sia dalle scimmie che scendono senza timore a raccogliere i residui di cibo lasciati dai turisti.

Karnataka, Hampi. Elephant Stable.

Karnataka, Hampi. Elephant Stable.

13 dicembre 2015

Oggi decido di concedermi il costoso giro in tuc-tuc attraverso i templi. Condivido il tour con un indiano che abita a 150 km da Hampi ed è appena arrivato qui per una gita di un giorno. Ha 37 anni, lavora per una multinazionale che vende auto giapponesi e guadagna 16.000 rupie al mese, l’equivalente di 220-230 euro. Appartiene ad una famiglia di bramini, la casta più elevata del rigido sistema hindù, così pure la moglie che lavora come insegnante. Ha due figli, un maschio e una femmina, di 12 e 6 anni. Il costo del moto-risciò e dell’entrata ai templi è molto più elevato per i turisti stranieri, ma era un giro che desideravo fare perchè non mi sentivo di affrontare la camminata di almeno sette kilometri a piedi con questo caldo. Il ragazzo del risciò ad ogni tappa mi fornisce qualche spiegazione, ma quasi ogni tempio è fornito di qualche sommaria informazione.

Karnataka, Hampi. Tempietto per puja nella zona del Vitthala Temple.

Karnataka, Hampi. Tempietto per puja nella zona del Vitthala Temple.

L’insieme delle costruzioni rappresentano quel che rimane dell’antica Vijayanagar e sono situate accanto all’attuale villaggio di Hampi. Le rovine di Vijayanagar sorgono su delle colline formate da massi tondeggianti che formano un paesaggio suggestivo e quasi magico. Vijayanagar è stata fondata nel 1336 ed è stata un tempo la capitale del grande impero hindu. Ha raggiunto il suo massimo splendore nel XVI secolo quando la popolazione ha raggiunto i 500.000 abitanti e gestiva il commercio delle spezie, delle pietre preziose e la produzione del cotone. La città era protetta da sette cinte murarie e si estendeva su una superficie di 43 kmq. Il grande impero si disperse improvvisamente, nel 1565, quando la città venne saccheggiata da un gruppo di sultani del Deccan.

Karnataka, Hampi. Queen's bath, profondo 8 metri, con un sistema di entrata ed uscita dell'acqua. Architettura mista tra gli stili Hindu e Musulmano

Karnataka, Hampi. Queen’s bath, profondo 8 metri, con un sistema di entrata ed uscita dell’acqua. Architettura mista tra gli stili Hindu e Musulmano.

Il percorso in tuc-tuc è veloce: il guidatore si ferma nelle parti più importanti dell’antica città così l’indiano e io possiamo visitare: le Sister’s Rocks, il Kamala Mahal, la Dancing Hall, l’Elephant Stable, il Queen’s Bath, il Vijaya Vittala Temple, il Stone Chariat, il Hajara Rama Temple, il Lotus Mahal e il Museo Archeologico.

Karnataka, Hampi. Vitthala Temple e Stone Chariat. XVI secolo.

Karnataka, Hampi. Vitthala Temple e Stone Chariat. XVI secolo.

Verso sera torno a fare un giro al sempre movimentato Virupaksha Temple, una passeggiata di routine ad osservare i turisti devoti che portano le loro offerte ai sacerdoti e le scimmie sempre attente ad ogni risorsa di cibo da catturare.

Karnataka, Hampi.Sera al Virupaksha Temple, XV secolo.

Karnataka, Hampi. Sera al Virupaksha Temple, XV secolo.

14 dicembre 2015

Questa mattina mi sono spostata in direzione della stazione degli autobus per andare ad imbucare una cartolina al Post Office. Un ragazzino mi ha vista con la cartolina in mano e mi ha fatta entrare in una stanza semi nascosta dalle bancarelle del mercato.

Karnataka, Hampi. Ufficio postale.

Karnataka, Hampi. Ufficio postale.

Era l’impiegato dell’ufficio postale che ha attaccato due francobolli e posto il timbro sulla cartolina. L’ha messa poi in una scatola da imballaggio usata insieme ad altre due o tre, e da lì, forse, un giorno tutte partiranno.

Karnataka, Hampi. Celebrazione puja in una loggia lungo il Thungabadra River.

Karnataka, Hampi. Celebrazione puja in una loggia lungo il Thungabadra River.

Sul piccolo bivio tra il mercato e la stazione delle corriere c’è ogni giorno un bambino che vende delle sottili fette bianche tagliate da una specie di grossa zucca cilindrica. Già ieri gli avevo chiesto se andava a scuola e mi pare di aver capito che non è mai andato. Oggi, lì accanto a lui c’era l’indiano agricoltore di Varanasi esperto di viaggi. Gli ho riferito che avevo tenuto conto dei suoi suggerimenti e che sarei partita tra due giorni in treno per Puri. Lui ha subito criticato il percorso suggeritomi dall’agenzia di viaggi: mi ha accompagnata là per annullare il lungo tragitto prenotato, farmi restituire quanto avevo già pagato. In agenzia ha discusso un po’ e mi ha preparato un percorso alternativo. Ho preso l’autobus per Hospet e ho comprato i biglietti direttamente alla stazione ferroviaria pagando soltanto un quinto di quanto mi aveva chiesto l’agenzia. In stazione ho scoperto che tutte le difficoltà che poneva l’agenzia non esistevano e la prenotazione è stata rapidissima. Ho riflettuto un attimo sul metodo che io chiamo “truffaldino” che consiste nell’ingannare la buona fede della persona per trarne profitto.

Karnataka, Kamalapura. Interni della città.

Karnataka, Kamalapura, dintorni di Hampi. Interni della città.

Lungo il breve tragitto in autobus mi sono goduta ancora una volta lo splendido paesaggio di templi, di campi coltivati a canne e palme, di carri in legno trainati dai bufali dalle corna dipinte, di corsi d’acqua con i lavatoi affollati. Sull’autobus, come per incanto, si sono sedute vicino a me delle donne musulmane tutte coperte dal velo nero e delle coloratissime donne locali cariche di gioielli sui capelli, sul naso, sulle orecchie che coprivano loro buona parte del volto. Sono tutte scese separatamente prima di arrivare ad Hampi.

Karnakata, Hampi. Ugra Narasimha, il maggior idolo di Hampi.

Karnakata, Hampi. Ugra Narasimha, il maggior idolo di Hampi.

Nel tardo pomeriggio vado a leggere al Virupaksha Temple, accanto ad uno dei loggiati un tempo dedicati alle puja e poco distante dalla serie di piccole stanze disadorne a disposizione dei pellegrini. A cena, al ristorante, mi siedo accanto ad una coppia di San Marino. 56 anni lei, 44 lui: viaggiano quattro mesi all’anno e acquistano degli oggetti che poi rivenderanno nel loro negozio di San Marino.

karnataka, Hampi. King's Balance. I re si pesavano insieme alle loro pietre preziose.

karnataka, Hampi. King’s Balance. I re si pesavano insieme alle loro pietre preziose.

15 dicembre 2015

Nella mattinata cammino verso i ghat dove stanno le donne che lavano i panni e li stendono sul terreno e sui massi. Nel ghat dell’imbarco che porta dall’altra parte del fiume, c’è l’elefante sacro disteso che si fa il bagno. In realtà il suo proprietario lo insapona e lo spazzola versandogli l’acqua del fiume addosso. Lui muove la proboscide manifestando la sua gioia e segue i comandi del proprietario con molta velocità.

Karnataka, Hampi. Il bagno dell'elefante sacro al Thungabadra River.

Karnataka, Hampi. Il bagno dell’elefante sacro al Thungabadra River.

Lì ai ghat già di mattina presto ci sono numerosi ragazzi in gita scolastica che, dopo essersi fatti il bagno, si accalcano nelle due cabine per rivestirsi e seguire i loro insegnanti. In un altro ghat, semi immerse nel fiume, stanno diverse ragazze e delle donne che si versano l’acqua addosso con un recipiente di plastica rosa. Dei bufali neri, più giù, stanno attraversando il fiume lasciandosi in parte trascinare dalla corrente. Più tardi li scorgerò sull’altra riva, a momenti correre e a tratti camminare brucando l’erba qua e là.

Karnataka, Hampi. Bagni al Thungabadra river.

Karnataka, Hampi. Bagni al Thungabadra River.

Qui, vicino al ghat dove son seduta, c’è un altro gruppo di bufali, ma di color marrone; accanto a loro i soliti uccelli bianchi dal collo lungo che stanno prendendo il volo tutti insieme per andare ad appoggiarsi sui massi del fiume. Sugli alberi si muovono le scimmie: qui, stanno quelle più aggressive dal pelo corto, più giù, verso il Virupaksha Temple ci sono anche quelle dal pelo lungo, con i loro piccoli aggrappati al petto che somigliano a dei vecchietti. Nell’ultimo ghat, più avanti, ci sono le logge per le puja con i numerosi bramini, con il cordone beige a tracolla e il lungo ciuffo di capelli sulla nuca, che le celebrano. In questa zona lungo il fiume mi sembra di ritrovare un po’ della spiritualità di Varanasi; qui le puja paiono essere celebrate solo per la loro religiosità e non per ricevere le offerte.

Karnataka, Hampi. Lotus Mahal, dove si riunivano, al fresco, le donne di corte.

Karnataka, Hampi. Lotus Mahal, dove si riunivano, al fresco, le donne di corte.

Pranzo al mio solito ristorante e si ferma accanto al mio tavolo il francese che ho incontrato ieri sera per strada e con il quale avevo scambiato qualche informazione sull’India. Ha 62 anni ed era una guardia giurata. Ora è in pensione ed è in viaggio per sei mesi verso il Sud dell’India.

Hampi, aspetti di quotinianità lungo il fiume Thungabadra.

Hampi, aspetti di quotidianità lungo il fiume Thungabadra.

Nel pomeriggio torno ai ghat: lungo la strada di pietra si sono aggiunti alle bancarelle i venditori di arachidi e banane. C’è molta gente nei primi ghats, ma laggiù, le logge delle puja così affollate di mattina, ora sono deserte. Proseguo il cammino senza scendere al fiume e arrivo al villaggio di Prakash Nagara , fatto di capanne e casette colorate con qualche piccolo negozio di alimentari lungo la via.

Karnataka, Hampi. Villaggio di Prakash Nagara. Gioco.

Karnataka, Hampi. Villaggio di Prakash Nagara. Gioco.

Dall’alto degli enormi massi un bambino mi chiama per mostrarmi come lancia i sassi con una specie di grossa fionda. Altri bambini per strada mi si avvicinano per chiedermi delle penne e dei soldi come fosse abituale per loro riceverli. Molte donne stanno intrecciando cordoni di plastica per realizzare delle piccole borse colorate.

karnataka, Hampi. Villaggio di Prakash Nagara.

karnataka, Hampi. Villaggio di Prakash Nagara.

Il villaggio tra i massi di Prakash Nagara, con qualche capra legata sull’uscio di casa, polli, galline, galli che gironzolano intorno alle capanne, un bambino che trasporta l’acqua con un’anfora di plastica dalla fontana pubblica alla sua abitazione, una bambina che spazza davanti alla sua porta con un lungo scopino di ramoscelli, mandrie di mucche, greggi di capre ovunque, forniscono un quadro lontano nel tempo se non fosse per qualche motocicletta parcheggiata qua e là che ci riporta al tempo presente. Torno verso Hampi attraverso un’altra strada che andrà a congiungersi poi alla principale. E’ l’ora del tramonto e lassù sui massi della collina Hemakuta ci sono alcuni turisti saliti per godersi lo spettacolo del calar del sole. Tra il cielo rossastro e un’altra serie di massi spiccano le sagome delle scimmie giganti. Di fronte alla collina Hemakuta c’è il tempio di Crishna, il mercato di Krishna e vado a visitarli.

Karnataka, Hampi. Krishna Bazar, XVI secolo.

Karnataka, Hampi. Crishna Bazar, XVI secolo.

E’ tardi, sono quasi le 18.00. Entro nel tempio deserto e mi soffermo ad ammirare le bellissime colonne con le figure femminili in rilievo. Di fronte c’è un grande cortile con i resti di un enorme porticato dove si teneva il mercato locale. E’ quasi buio e vado a sedermi nel cortile del familiare Virupaksha Temple. Qui, ci sono dei gruppi di famiglie accampate all’aperto per la notte. Hanno messo dei teli sul pavimento: alcuni stanno cenando, altri stanno chiacchierando, altri ancora stanno già dormendo mentre alcune donne sono intente a far addormentare i bambini più piccoli dondolandoli.

Karnataka, Kamalapura. Pattabhirama Temple, sec. XVI.

Karnataka, Kamalapura. Pattabhirama Temple, sec. XVI.

16 dicembre 2015

Questa mattina ho deciso di andare all’ambulatorio ayurveda che sta al Virupaksha Temple per il rossore ad un occhio che mi è comparso già ieri. Il medico, una donna, mi dice che è un’infezione e mi ordina delle gocce da andare a comprare in un paese poco lontano: Kamalapura. In autobus stringo amicizia con un giovane di 36 anni che vuole accompagnarmi alla farmacia e trascorrere poi la giornata girando per i luoghi della zona.

Karnataka, Karnataka, Kalamapura. Attività per le vie del centro.

Karnataka, Kalamapura, dintorni di Hampi. Attività per le vie del centro.

A kalamapura andiamo a far visita ad una coppia di mezza età. La signora ha 40 anni e soffre da un anno di una grave forma di depressione che cura con degli antidepressivi. Ha lasciato il lavoro di impiegata e se ne sta tutto il giorno a casa davanti alla tv. Il marito è un dirigente scolastico, ma è anche proprietario di una guest house e di un ristorante ad Hampi. La scuola che dirige qui a Kamalapura ha 387 ragazzi: 206 ragazzi e 181 ragazze. Le classi sono suddivise in 8 anni, accolgono gli allievi e le allieve dai 6 ai 14 anni, sono miste e ciascuna è formata da circa 45 allievi. Alla scuola sono stati assegnati 11 docenti, compresi il dirigente e il segretario. Kamalapura conta 24.000 abitanti con una percentuale di induisti del 67% e di musulmani del 32%. C’è un esiguo numero di cattolici nonostante la cittadina conti ben 4 chiese. Salutata la coppia di coniugi, attraversiamo la Main Road e visitiamo il Pattabhirama Temple, una costruzione del XVI secolo, lievemente successiva ai templi di Hampi, ma simile nello stile architettonico.

Karnataka, Kalamapura.

Karnataka, Kalamapura, nei dintorni di Hampi.

Girando per il paese incrociamo carri di fieno, donne che stanno sedute all’ombra a chiacchierare, ragazze e ragazzi in divisa bianca che vanno a scuola o che tornano a casa per la pausa pranzo, maiali di tutte le età che cercano cibo, galli e galline, chiocce con pulcini, greggi di pecore e capre, mandrie di mucche e bufali. Lungo una via interna c’è anche una colombaia in legno con i colombi che covano le loro piccole uova adagiate su un po’ di paglia.

Karnataka, kamalapura, colombaia per le vie del centro.

Karnataka, Kamalapura, dintorni di Hampi. Colombaia per le vie del centro.

Da Kamalapura ci spostiamo su una auto collettiva e raggiungiamo Hospet per poi attraversare in corriera dalla parte opposta dei paesetti fino a raggiungere la sponda del fiume che sta al di là di Hampi. Il giovane indiano mi racconta che è originario di Richikesh dove la sua famiglia possiede una guest house, ma lui preferisce gestire una sua attività qui, al di là del fiume, a Virupapuragaddi. Per vedere questa sua guest house percorriamo un lunghissimo tratto di strada, cambiando autobus ad un villaggio, attraversando distese di coltivazioni nelle diverse fasi di crescita e raccolta sia del grano che del riso. Alcuni campi anche qui, dopo il raccolto sono stati bruciati utilizzando un metodo antico di concimazione naturale attraverso la cenere che ricade sul terreno. Un po’ ovunque, come altrove, ci sono cumuli di granaglie che vengono lasciate essiccare al sole e poi trasportate in sacchi di iuta nei vari mercati. I villaggi che attraversiamo sono prevalentemente agricoli e i contadini sono tutti indaffarati nelle attività dei campi, aiutati a volte da qualche trattore. Guardando dal finestrino vedo pian piano ritornare le colline di sassi: siamo nella direzione di Hampi, ma dall’altra parte del fiume. Ora salgono sull’autobus scolari e studenti di diverse età, alcuni in divisa bianca, altri, i più piccoli, vestiti comunemente. Oltre allo zainetto hanno con loro una sportina con i contenitori del pranzo vuoti. Sono le 17.00 e la scuola è appena terminata. L’autobus ora sta salendo proprio in mezzo a due colline con dei massi perfettamente allineati tra di loro. In lontananza finalmente compare la torre del Virupaksha Temple. Lungo la strada incrociamo ancora bufali, pecore, capre, uccelli bianchi che qui chiamano “bacole” e corvi neri che gironzolano tra i mucchi di granaglie. Quel che rimane dei gambi rimasti nelle risaie dopo la raccolta sono avvolti in piccoli fasci e anche nei campi vicini ci sono ancora distese di piccoli covoni di paglia e fieno. Saliamo a piedi alla guest house del giovane indiano: è molto bella e adatta alle persone che cercano tranquillità e solitudine. Sono quasi le 18.00 e corro velocemente verso il porticciolo per prendere l’ultima barca che mi porterà nell’altra sponda.

Karnataka, Kalamapura. Mattino.

Karnataka, Kalamapura, dintorni di Hampi. Mattino.

17 dicembre, mattina.

Nel pomeriggio lascerò questo posto sorprendente e mi sposterò verso Nord-Est, nella zona di Puri. Spero di trovare un luogo significativo e non turistico. Mi sono fidata dei consigli che mi ha fornito il viaggiatore che abita nei pressi di Varanasi. Viaggio un po’ a tastoni, a volte trovo luoghi autentici con ancora delle tradizioni vere tra la gente, a volte mi imbatto in luoghi completamente turistici e anonimi.

Hampi, tempietti dei desideri lungo il percorso per il Kodandarama Temple.

Hampi, tempietti dei desideri lungo il percorso per il Kodandarama Temple.

Nella mattinata torno ai ghat e mi siedo a leggere un po’ lungo la riva del Thungabadra River. Poi, vado a salutare il Virupaksha Temple tempio e cammino un po’ dalla parte opposta, dove ci sono degli altri templi arroccati sulla sponda del fiume. Visito solo il Kodandarama Temple, un edificio con delle parti colorate d’azzurro e una divinità tutta nera avvolta in un manto rosso. Il percorso prosegue verso altri luoghi sacri attraverso uno sterrato che fiancheggia il fiume. Questa parte del Thungabadra River è meno frequentata dai turisti, ma il tempio è pulitissimo. Ci sono delle donne all’entrata e all’interno; nella cappella della divinità c’è un sacerdote che distribuisce benedizioni. Lungo il fiume ci sono delle imbarcazioni che fanno servizio per l’altra sponda. Accanto al tempio c’è un grande albero dove le scimmie saltano tra i rami e le più piccole giocano tra di loro stando anche appese a testa in giù e aggrappandosi le une con le altre.

Hampi, pasto con le scimmie al tempio Kodandarama.

Trichi e Tanjore 2015, (Tamil Nadu)

7-8 dicembre 2015, verso Trichi.

Lascio con un po’ di rimpianto l’accogliente e protettiva guest house di Kodaikanal, ma piove troppo quassù. Arrivo a Tiruchirappalli, chiamata anche Trichi, una grossa città dove ci sono tre interessanti templi induisti da visitare. Qui, a Trichi ho trovato una camera economica, ma desolante:  non mi fermerò più di una notte.

Salita al Rock Fort Temple.

Tamil Nadu, Trichi. Salita al Rock Fort Temple.

La gente è cordiale, ma la città è anonima. Anche i due templi che visito nella mattinata non hanno l’energia e il fascino degli altri visitati al Sud dell’India.

Panorama su Trichi dal Rock Fort Temple.

Tamil Nadu, Trichi. Panorama sulla città dal Rock Fort Temple.

Salgo al Rock Fort Temple, l’antico tempio rupestre scavato nella roccia dai Pallava e poi dai Nayak. Il tempio Sri Thayumanaswamy che si trova a metà salita è dedicato a Shiva, mentre il Vinayaka, costruito sulla vetta, è dedicato a Ganesha. Da quassù si può ammirare un ben panorama sulla città, anche se la giornata è piovosa e c’è parecchia foschia. Qui non c’è molta gente, forse per la fatica che la salita alla vetta richiede attraverso i 437 gradini da affrontare.

Entrata.

Trichi. Entrata al tempio.

L’ingresso del tempio è animato dalle bancarelle dei souvenir e da alcuni mendicanti che chiedono con insistenza l’elemosina. Più tardi, all’uscita, ci sarà un elefante addestrato ad accarezzare i visitatori che gli mettono una moneta nella proboscide. Prendo l’autobus e mi sposto verso l’enorme complesso del Sri Ranganathaswami Temple, risalente al X secolo e dedicato a Vishnu. Qui ci sono molti più visitatori rispetto al Rock Fort Temple e tutto l’insieme è molto animato, ma la vastità dei suoi 60 ettari disperde la concentrazione e l’energia che caratterizzano i templi di altri luoghi.

L'entrata al Sri Ranganathaswami Temple.

Tamil Nadu, Trichi. L’entrata al Sri Ranganathaswami Temple.

Qui, una parte del tempio non è visitabile dai non induisti. Tornando alla lodge in autobus rivedo la sfarzosa cattedrale in stile neo gotico dedicata alla Madonna di Lourdes che ho visitato questa mattina. Davanti al portale c’è una scritta che segna le tappe della storia del cristianesimo nel Tamil Nadu che ha avuto inizio con Ignazio di Loyola nel XV secolo.

Sri Ranganathaswami Temple

Tamil Nadu, Trichi. Sri Ranganathaswami Temple

Statue di santi e sante, della Madonna e di san Antonio con il bambin Gesù in braccio, di un Cristo in croce e di numerosi altri santi stanno sia all’interno della chiesa che sopra il muro che circonda l’edificio.

Sri Ranganathaswami Temple, interno del complesso.

Tamil Nadu, Trichi. Sri Ranganathaswami Temple, interno del complesso.

Nel cortile interno c’è anche un percorso con le sculture della Via Crucis. All’interno di questo grande complesso ci sono delle scuole cattoliche private molto ben sorvegliate.

Tamil Nadu, Trichi. Interni del Sri Ranganathaswami Temple.

Tamil Nadu, Trichi. Interni del Sri Ranganathaswami Temple.

Nel pomeriggio mi sposto a Tanjore: l’atmosfera mi piace, anche se piove pure qui!

9 dicembre 2015: Tanjore

Oggi non piove, fortunatamente e nel pomeriggio è comparso perfino il sole.

Tamil Nadu, Tanjore. Brihadishwara Temple, patrimonio UNESCO, XI secolo.

Tamil Nadu, Tanjore. Brihadishwara Temple, patrimonio UNESCO, XI secolo.

La mattinata la trascorro al Brihadishwara Temple, un grande complesso fatto costruire in pietra arenaria e mattoni nel 1010 da Raja Raja.

Tamil Nadu, Tanjore.Il porticato del Brihadishwara Temple, sec. XI.

Tamil Nadu, Tanjore. Il porticato del Brihadishwara Temple, sec. XI.

Lungo il loggiato che racchiude la struttura ci sono 250 lingam e sulle pareti sono visibili numerosi coloratissimi splendidi affreschi dell’epoca Chola (una delle principali dinastie della zona Tamil a partire dal IX secolo d. C.).

Tamil Nadu, Tanjore, Brihadishwara Temple. Affresco. Inizio XI secolo.

Tamil Nadu, Tanjore, Brihadishwara Temple. Affresco. Inizio XI secolo.

Nei santuari dedicati alle varie divinità i sacerdoti cantano i mantra e distribuiscono benedizioni. Un gruppo di pellegrini di Nagpur sta aspettando, seduto sulle gradinate di uno dei santuari, la celebrazione della puja che si svolgerà alle ore 10.00.

Tamil Nadu, Tanjore. Il Brihadishwara Temple, patrimonio mUNESCO,sec.XI.

Tamil Nadu, Tanjore. Il Brihadishwara Temple, patrimonio UNESCO, sec. XI.

Una famiglia del gruppo mi regala una fogliolina d’argento, simbolo di Shiva, mi dicono. Loro sono in viaggio per visitare sia il Brihadishwara Temple di Tanjore che il Sri Meenakshi temple di Madurai. Fra due giorni, faranno rientro a Nagpur dove possiedono alcune gioiellerie. I bambini tra i 7 e i 9 anni parlano un buon inglese e mi assicurano che l’hanno imparato alla scuola statale che frequentano.

Tamil Nadu, Tanjore, Brihadishwara Temple. Affresco, sec. XI.

Tamil Nadu, Tanjore, Brihadishwara Temple. Affresco, sec. XI.

Lascio il Brihadishwara Temple e entro nella biblioteca della città per dare un’occhiata. Uno degli impiegati mi accoglie amichevolmente e mi presenta a tutti gli altri colleghi.

Tamil Nadu, Tanjore, ore 9.00 del mattino. Il pasto per i poveri.

Tamil Nadu, Tanjore, ore 9.00 del mattino. Il pasto per i poveri.

C’è diversa gente all’interno, di ogni età, che consulta dei libri e pare molto impegnata nella lettura. L’indiano che mi ha accolta mi invita a casa sua per pranzo e mi fa molte domande su questo mio viaggio. Mi fornisce degli utili consigli sulle zone da evitare per le abbondanti pioggie che le hanno coinvolte.

Tamil Nadu, Tanjore centro.

Tamil Nadu, Tanjore centro.

Mi accompagna all’ufficio della stazione degli autobus, così decido di partire l’indomani sera per Bangalore e da lì, deciderò dove andare. Più tardi, passeggiando per le vie centrali, incrocio diversi piccoli templi costruiti con lo stesso stile di Madurai. All’interno ci sono i sacerdoti che si stanno preparando a celebrare la puja delle 18.00. Scatto qualche foto ad una divinità chiamata Narasimar: il sacerdote gli sta incollando l’occhio che si era staccato.

Tamil Nadu, Tanjore. La zona delle capanne.

Tamil Nadu, Tanjore. La zona delle capanne.

Attraverso la Main road e trovo dei villaggi di capanne costruite con le foglie di palma e abitate da numerose famiglie.

Copia di Tamil Nadu, Tanjore, Main road. Case dal tetto di paglia e loro abitanti.

Tamil Nadu, Tanjore, Main road. Case dal tetto di paglia e loro abitanti.

Lì intorno uomini e donne, ognuno per conto proprio, intrecciano delle strisce di legno e creano dei cesti di varie grandezze. Arrivo in un altro tempio con le rivenditrici di fiori all’esterno e i mendicanti che chiedono l’elemosina.

Tamil Nadu, Tanjore. Vita nella zona delle capanne costrute con le foglie delle palme.

Tamil Nadu, Tanjore. Vita nella zona delle capanne costrute con le foglie delle palme.

Ne ho visti tanti anche questa mattina, proprio sulla strada del grande tempio: stavano aspettando la colazione che di lì a poco è arrivata abbondante e servita dai volontari su dei piatti di acciaio. Alcuni di loro stavano bisticciando per il posto in terra a sedere.

10 dicembre 2015

Oggi visito il Royal Palace, costruito nel XVI secolo dai Nayak di Madurai e dai Maratha che si presenta con delle vaste parti in avanzato stato di degrado.

Tamil Nadu, Tanjore. Vetrine nei pressi del Royal Palace.

Tamil Nadu, Tanjore. Vetrine nei pressi del Royal Palace.

Anche la bellissima Durbar Hall, la sala dove il re dava udienza presenta i segni del mancato restauro e delle recenti grosse infiltrazioni d’acqua.

Copia di Tamil Nadu, Tanjore. Parte del Royal Palace (XVI sec) adibita a Museo archeologico.

Tamil Nadu, Tanjore. Parte del Royal Palace (XVI sec) adibita a Museo archeologico.

Apprezzabile la piccola biblioteca del palazzo con i 30.000 manoscritti su carta e su foglie di palma, in lingue indiane ed europee. Nel Museo del Royal Palace sono esposte molte sculture raffiguranti le numerose divinità hindu ed anche qualche statua del Buddha. Le opere più antiche risalgono al X secolo.

Copia di Tamil Nadu, Tanjore, Museo archeologico del Royal Palace. Sculture in pietra del Rajaraja II e di sua moglie 1135-1165.

Tamil Nadu, Tanjore, Museo archeologico del Royal Palace. Sculture in pietra del Raja Raja II e di sua moglie (1135-1165).

Molto dolce la scultura della coppia di sposi risalente al XVI secolo: un Raya Raya e sua moglie. Visito anche le poche altre stanze accessibili: bellissime sculture alle pareti, semicorrose dai tarli, uccelli che nidificano tra le travi, infiltrazioni d’acqua e odore di umido un po’ ovunque.

Copia di Tamil Nadu, Tanjore, Biblioteca del Royal Palace, XVI secolo. Vecchia carta geografica con l'Italia.

 Tamil Nadu, Tanjore, Biblioteca del Royal Palace, XVI secolo. Vecchia carta geografica con l’Italia.

Lascio il Royal Palace dopo aver visitato anche l’ampia parte adibita a negozi di souvenir e m’incammino verso la mia Lodge accompagnata dalle voci dei ragazzi che provengono dalle numerose scuole della zona. E’ l’ora della pausa per il pranzo e alcuni ragazzi mi salutano con familiarità dai cortili e dalle terrazze delle loro scuole.

Copia di Tamil nadu, Tanjore. Parte del Royal Palace in stato di abbandono.