Varanasi, 9 marzo 2019

Al Dashashwamedh ghat incontro un gruppo di pellegrini dell’Haryana, con una madre e una figlia che paiono avere la stessa età.

Madre e figlia del Haryanaok

Madre e figlia dell’Aryana.

Più in là, il mio giovane amico sacerdote, con le righe gialle disegnate sulla fronte e un cerchio rosso in mezzo, si sta sgolando a cantare una puja per un anziano indiano. Anche lui ha gli stessi segni sulla fronte ed ha soltanto tre grosse palline degli antenati nel piatto, davanti a sè.

puja Dashok

La puja per gli antenati di una famiglia, al Dashashwamedh ghat.

In parte ci sono dei piccoli contenitori di carta con all’interno, in ognuno: riso crudo, grano, della polvere gialla e dell’altra rossa, dei semi neri. In una ciotola più grande ci sono molte corolle e petali di fiori e in un boccale d’ottone dell’acqua. Lì, accanto, si vedono anche dei bastoncini di incenso. Il sacerdote spruzza l’acqua con un mazzo di paglia bagnata eseguendo una specie di benedizione. Poi, mette un anello di paglia intorno all’anulare destro dell’anziano e gli appoggia una manciata di fiori nelle mani.

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Celebrazione di una puja per gli antenati al Dashashwamedh ghat.

Sopra mette le tre palline e sparge in ognuna del colore rosso, poi ancora fiori e del colore giallo e uno per volta anche tutti gli altri ingredienti. Alla fine, bagna tutto con l’acqua, poi ci versa ancora sopra del latte e accende dei lumini e gli incensi in un altro piatto. La celebrazione del sacerdote si svolge alternando il dialogo con l’anziano e la recita della preghiera. E’ una puja, apparentemente più semplice di altre, ma, probabilmente, ogni sacerdote interpreta e personalizza le varie sequenze o forse ne varia le modalità sulla base del prezzo concordato.

Puja serale Kedarok

Puja dello spettacolo serale al Kedar ghat.

Sono le 10:30. Passando per il Dashashwamedh ghat ho appena visto il giovane baba che io chiamo: “il divo”. E’ senza gli occhiali da sole, seduto a distribuire delle benedizioni. Ma il lavoro per questi sadhu è parecchio diminuito dopo il Kumbh Mela e lo Shivaratri. Passando sotto i pilastri del piazzale incontro anche il baba dei tamburelli che non vedevo da diversi giorni. E’ stato ammalato e lo è un po’ ancora. Ha dei problemi intestinali, ma non prende nessuna medicina. Mentre stiamo parlando gli arriva una nuova pipa di terracotta e il baba si concentra, insieme ai suoi seguaci, sulla preparazione del fumo. Proseguo il mio cammino in quella direzione e vado fino al Lalita ghat. Quassù, a parte le barche cariche di pellegrini che arrivano e partono, non ci sono particolari attività. La parte verso Sud è molto più animata!

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Sposi del 9 marzo 2019 al Dasashwamedh ghat.

Torno indietro guardando i soliti cortei nuziali e le giovanissime coppie di sposi che sembrano tutte uguali. Alcune coppie hanno delle decorazioni alle mani e ai piedi molto raffinate, mentre altre hanno cosparso soltanto del colore rosso. Lungo i ghat, sotto dei teloni, ci sono delle altre celebrazioni di puje per gli antenati, ma poche rispetto agli altri giorni.

Sotto un tendoneok

Incontri nei pressi dell’Harishchandra Ghat.

Fa molto caldo oggi, e molta gente si sta riparando dal sole all’ombra dei palazzi. Anch’io mi siedo all’ombra del palazzo dei barcaioli e mi metto a leggere un altro pezzi di “Guerra e pace”. Sono arrivata a quando il principe Andrey è rimasto ferito in un combattimento e ora sta in un accampamento medico. Passa di lì la donna di Arezzo che mi parla ancora della sua casa popolare senza sole, piena di muffa e umidità. Arriva anche Jil, il canadese, che sta andando verso un ristorante di Kedar. Trascorro diverso tempo con entrambi, ad ascoltare i discorsi sui loro viaggi, sulla recente epatite avuta da Jil e sul passato tifo contratto dalla donna. Entrambi sono in attesa che passino questi pochi anni che li separano dall’età della pensione.

Al ristorante sto seduta accanto ad una giovane coppia polacca: lei è un ingegnere bio-tecnologico, ma svolge un altro lavoro, lui è un avvocato. Secondo loro, i finanziamenti ricevuti dall’Unione Europea hanno permesso alla Polonia di attuare diverse opere pubbliche. Il problema dei migranti là non si pone in quanto non è una meta ambita in quanto non esistono sussidi per le situazioni disagiate.

Nel pomeriggio torno nella direzione del Shivala ghat. C’è qualche spazio lasciato vuoto dalle tende, ma Sonu, il mio amico barcaiolo, mi ha appena detto che la maggior parte dei sadhu se ne andrà dopo l’Holi, il Festival dei colori.

La scalinata dell'Harichok

Varanasi, 9 marzo 2019. L’ora del tramonto sulla scalinata dell’Harishchandra ghat.

L’ora del tramonto della calda giornata di oggi sta favorendo la vita all’aperto dei sadhu che si stanno radunando all’esterno delle loro tende a fumare e chiacchierare. Qualcuno di loro sta cucinando, e lo fa con molta passione.

Attività nelle tendeok

Interno di una tenda con un sadhu che cucina.

Al Shivala ghat, mentre sto leggendo, viene a farmi visita il sadhu che abita nell’ashram soprastante. Lui, divide la sua vita tra Varanasi e Haridwar, la sua città natale.

Rituale fuocook

Varanasi, Shivala ghat, 9 marzo 2019. La tendina dei 5 elementi: terra, aria, fuoco, aria e suono.

Lì vicino c’è la tendina con il pavimento dipinto di rosso e il nome di chi ci abita scritto sull’uscio. Quando passo davanti, il giovane sadhu accende per me tutta una serie di candeline disposte intorno al focolare e mi canta una bellissima canzone.

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Sera lungo le tendopoli dei sadhu nei pressi dell’Harishchandra ghat.

Mi dice che il mondo è formato da cinque elementi: acqua, aria, terra, fuoco e suono.

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