Tabriz (Iran), 29 marzo 2019

Esco nella tarda mattinata e visito il bazaar. Oggi è venerdì, mi avverte qualcuno, è un giorno di festa e quasi tutti i negozi resteranno chiusi.

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Il bazaar di Tabriz.

Per fortuna, invece, alcune parti del bazaar coperto sono animate ed anche sulla strada ci sono dei venditori. Il baazar di Tabriz ha una lunga storia: è stato costruito oltre 1000 anni fa, anche se, la maggior parte delle sue bellissime volte di mattoni appartengono al XV secolo. Il bazaar è stato inserito tra i patrimoni dell’umanità UNESCO. Gironzolo tra le bancarelle ed i negozi di alimenti vari e acquisto del formaggio, pomodori, limoni, aranci, banane, olive, pane, burro e riso. Oggi pranzerò in camera: non ne posso più di mangiare soltanto: felafel, ash e granoturco mescolato al formaggio.

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La facciata della Moschea Blu, costruita nel 1465  e ricostruita nel 1951.

Esco da un portale a caso e mi trovo proprio accanto alla Moschea Blu, l’edificio che desideravo visitare. E’ stupenda!

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Il portale della Moschea Blu.

La visito solo all’esterno per ora. E’ stata costruita nel 1465 ed era, in origine, composta da più edifici che comprendevano anche: la scuola, la biblioteca e il bagno.

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Le maioliche che rivestono le pareti della Moschea blu.

Di tutti questi locali non è rimasta alcuna traccia. Il nome “Moschea Blu” deriva dai suoi numerosi rivestimenti in maiolica che ricoprono le pareti con quel colore. Crollata durante il terremoto del 1773, è stata ricostruita soltanto nel 1951, mantenendo quasi integra la parte del portale principale. L’interno è stato restaurato con grande cura e aderenza all’originale, in particolare, nelle raffinate decorazioni che caratterizzano le numerose maioliche.

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Interno della Moschea Blu.

Nel pomeriggio, torno sia al bazaar che alla Moschea Blu. Mentre cerco di attraversare una strada trafficata, si ferma un’auto con una coppia e un bambino che mi offrono un passaggio fino al mercato. Anche stamattina, un ragazzo, mi ha accompagnata fino al bazaar in auto.

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La Moschea Blu.

Qui a Tabriz, in particolare, la gente è molto gentile, ma forse è anche una novità per loro vedere una donna occidentale girare da sola per la città. Molti mi parlano per chiedermi da dove provengo e quando dico loro che sono italiana mi associano subito alle squadre di calcio e ad alcuni giocatori famosi. Il calcio italiano, qui, in Iran, è molto conosciuto e seguito. Sono le 16:00 passate: al bazaar diversi venditori stanno chiudendo i loro negozi e gli ambulanti stanno riponendo nei sacchi la loro merce. Faccio un giro tra le varie stradine che si diramano all’infinito ed esco da un portale che porta su una grande via.

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Tabriz, Museo del Corano, 29 marzo 2019. Immagini di un antico libro sacro.

Arrivo sul ponte di un fiume e vedo in lontananza un edificio molto simile alla Moschea Blu. Un’auto con un ragazzo si ferma e mi offre un altro passaggio fin là, dove c’è l’edificio che gli indico. Entro, ma non è la Moschea blu. Si tratta del Museo del Corano che espone diversi libri antichi. Esco da quel museo mentre sta iniziando a piovere a dirotto. Rimango al riparo sotto il porticato dell’entrata, aspettando che smetta di piovere.

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Tabriz, Museo del Corano, 29 marzo 2019. Immagini votive appese alla porta.

Il ragazzo più giovane dell’ufficio viene a chiamarmi e mi invita a ritornare all’interno per altri 20 minuti. A quell’ora, un altro impiegato, terminato il suo turno, mi accompagnerà alla Moschea Blu. Qui, al Museo del Corano, mi lasciano visitare gratuitamente la numerosa serie di libri e miniature esposti. Mi fermo a lungo ad ammirare le due ante di una porta in legno sulle quali sono state appese un’infinità di faccine in metallo. “E’ la gente che le ha donate, nel passato!” mi fa capire un anziano impiegato del museo. Arrivano presto le 17:00 e l’impiegato, che mi ha offerto il passaggio, mi sta aspettando.

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Porticato della Moschea Blu.

Sulla strada, in auto, lo stanno attendendo: il genero, la nipote e la figlia che mi accompagneranno fno alla moschea. Entro e rimango per lungo tempo ad ammirare gli splendidi soffitti e le meravigliose maioliche disposte tutt’intorno all’immensa sala principale e alle stanze  laterali. Esco nel cortile della moschea e raggiungo il sito archeologico che sta lì accanto.

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Tabriz, Sito archeologico accanto alla Mosche Blu. Oggetti nelle tombe dell’Età del ferro.

Gli scavi effettuati nel 1997 , hanno portato alla luce delle tombe e degli ornamenti che risalgono ad un periodo di molto precedente alla costruzione della moschea. Il sito, emerso durante dei lavori di ampliamento della moschea, è stato lasciato nella sua integrità originale.

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Sito archeologico di Tabriz, 29 marzo 2019. Tomba dell’Età del ferro.

Appartiene ad un’età che potrebbe risalire a quella del ferro ed è costituito da scheletri umani e ornamenti in ceramica e metallo che venivano deposti accanto alla tomba del defunto. Esco dal sito archeologico e attraverso il cortile della moschea per tornare verso l’hotel.

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Giardini pubblici accanto alla Moschea Blu.

Diverse persone e gruppi familiari mi si avvicinano per presentarsi e chiedermi le solite informazioni sulla mia provenienza e sul mio viaggiare da sola. Gli adolescenti sono particolarmente incuriositi alla mia persona. Un militare che presta servizio nella moschea nota tutto questo assembramento di gente intorno a me e mi si avvicina per chiedermi se ho bisogno di aiuto.

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