Ritorno a Puri, Orissa 2019

Puri, 24 gennaio 2019

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Puri, Orissa, 25 gennaio 2019. Sulla spiaggia.

Arrivo a Puri in tarda mattinata e mi sento subito avvolgere da un’intensa energia. Mi avvio a piedi verso il centro pur sapendo che dista un paio di Km dalla stazione. Valuto le varie offerte dei moto risciò, poi, prendo un ciclo risciò per 50 rupie. L’uomo s’addentra nei vicoletti e mi porta fino all’hotel, nonostante gli abbia chiesto di lasciarmi prima. Qui, tanti mi riconoscono. La signora dell’hotel sottolinea il fatto che manco da tre anni.

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Puri, 24 gennaio 2019. La spiaggia.

Alla tea-stall della spiaggia la signora della cuffietta mi riconosce e mi abbraccia con molto affetto. Anche qui, sulla spiaggia, incontro dei ragazzi del Nord dell’India, venuti a Bhubameswar per un concorso indetto dalle ferrovie. Hanno approfittato dell’occasione per venire a Puri a visitare il “Jagannath Temple” e fare un giro sulla spiaggia.

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Puri, 25 gennaio 2019. La spiaggia.

Mi siedo a leggere, ma vengo continuamente interrotta da richieste di selfie, venditori di collane e conchiglie, proposte di massaggi. Verso sera faccio un giro nella zona del mercato. Ci sono sempre le pescivendole, le venditrici di sarees, i negozietti di alimentari, i ristoranti di strada e le tea-stall.

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Puri, 25 gennaio 2019. Acquisti al mercato.

Più giù, verso il centro sono sorti dei nuovi alberghi e degli animati ristoranti, frequentati per lo più da turisti indiani.

Puri, 25 gennaio 2019

Mattinata sulla spiaggia alle prese con il cellulare che non memorizza le foto. Provo e riprovo, chiedo aiuto finchè un tedesco, vicino di camera, mi dice di provare a spegnere e riaccendere il cellulare e tutto si risolve. Nel pomeriggio vado a far visita a Bernardo, il tedesco di Monaco conosciuto tre anni fa, proprio qui a Puri. Mi ha contattata attraverso Facebook, quando ha visto le foto che avevo postato su Puri. Mi ha scritto che, durante il suo recente soggiorno a Calcutta è stato gravemente ammalato. Ora sta meglio. Mi offre il caffè, mi racconta le sue peripezie e mi suona una bellissima musica etnica con il suo “sitar”. Pur avendo 70 anni, Bernardo lavora ancora, in quanto, l’ammontare della pensione non gli consentirebbe di vivere. A Monaco fa il taxista.

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Puri, vita di spiaggia.

Nel pomeriggio torno in spiaggia e al rientro vado al mercato per comprare qualche vivanda.

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Ristorantini mobili sulla spiaggia.

All’incrocio con la strada che porta al Villaggio dei pescatori, m’imbatto in un altro corteo nuziale, con suonatori di trombe e tamburi in azione.

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Incontro sulla spiaggia.

Lo spazio per i festeggiamenti, uno dei tanti allestiti a Puri, è addobbato con nastri e pizzi rosa o rossi, gialli e bianchi.

Puri, 26 gennaio 2019

E’ sabato. La spiaggia è affollata sin dal primo mattino. Mi distendo semi vestita al sole, sopra il vecchio sari acquistato al mercato, e mi metto a leggere. Vengo continuamente invitata dai turisti indiani a posare per delle foto di gruppo.

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Puri, 26 gennaio 2019. Aspetti della spiaggia.

Per loro, vedere gente dal colorito chiaro è un’eccezione, ora più che mai, dal momento che qui a Puri i turisti occidentali sono quasi scomparsi. Dopo un po’ riesco a dire di no, e mi dispiace. Decido di fare il bagno, semivestita, naturalmente! Consegno la borsa alla signora della tea-stall e scendo in acqua. Le onde arrivano all’improvviso, altissime e vigorose. Mi sospingono fino a farmi perdere l’equilibrio, ma riesco a riemergere. Mi riavvolgo nel sari insabbiato e rientro in guest house. Dopo la doccia, percorro la via principale tra il pauroso via vai di moto risciò straccolmi di indiani. Arrivano al mare per il week-end: alcuni si fermano una notte, ma la maggior parte rimane soltanto una giornata. Dalla stazione ferroviaria o da quella adiacente dei pullman prendono il risciò che li porta alla spiaggia. Molti di loro vanno a visitare il “Jagannath Temple”, che si trova a circa due Kilometri dalla spiaggia ed è un luogo sacro, riservato esclusivamente agli induisti. Sulla Main road vedo un gruppo di indiani che sta uscendo da un tempio semi nascosto.

Chakra Nrusingha Temple, la casa del suocero di Lord Jagannath

Chakra Nhrusinga Temple: la casa del suocero di Lord Jagannath.

Entro nella stradina e m’addentro all’interno della scalinata che porta al tempio. Appena mi vedono, in un primo tempo, degli indiani mi dicono di togliere le scarpe, poi, mi mandano via dicendomi che il tempio è riservato agli induisti. Si tratta del “Chakra Nhrusinga Temple”, la casa del suocero di Lord Jagannath. Torno sulla spiaggia. Alla tea-stall un ingegnere di 29 anni venuto qui in treno da un paese distante 250 km mi parla a lungo dei suoi problemi sentimentali. E’ innamorato di una ragazza più grande di lui di un anno, non è sicuro di essere corrisposto, ma la storia, comunque, non è condivisa da entrambe le famiglie. Sul tardi, prima del tramonto, faccio un giro al Villaggio dei pescatori.

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Donna manovale al Villaggio dei pescatori.

C’ero già stata tre anni fa e la situazione non è cambiata. Vedo canaletti aperti dove scorrono le acque di scarico e bambini che ci giocano, donne che trasportano sulla testa grossi mastelli di alluminio pieni di pesce e altre che portano pile di mattoni, anch’esse sul capo.

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Puri, Villaggio dei pescatori. Bambini che giocano con le acque delle fogne aperte.

Torno sulla Main road dove il traffico è paralizzato da pullman, auto e risciò fermi nelle due direzioni.

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Lungo la via principale del Villaggio dei pescatori.

Sui mezzi ci sono i turisti indiani che fanno rientro ai loro villaggi.

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Giochi di bimbi al Villaggio dei pescatori. Puri, 26 gennaio 2019.

Puri, 27 gennaio 2019

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Nomadi in spiaggia.

Oggi è una giornata ventosa e senza sole, ma la spiaggia è comunque affollata e molti indiani stanno facendo il bagno. Io me ne sto distesa, tranquilla a leggere, alzando lo sguardo soltanto per rifiutare le offerte dei numerosi venditori.

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Party nuziale.

Nel pomeriggio mi dirigo a piedi verso il “Jagannath Temple”che rappresenta la parte centrale della cittadina e dista circa due km dalla zona dove alloggio. Lungo la grande via incrocio diversi cortei nuziali con suonatori e danzatori, invitati e, al seguito, per ultima, l’auto con lo sposo, quasi sempre vestito da maharaja.

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Corteo nuziale.

Anche lungo questa via diversi hotels sono addobbati per l’evento che accolgono, con tele, nastri, fiori e gigantografie degli sposi. Qualcuno mi dice che qui i festeggiamenti si svolgono in due giornate: quella dello scambio degli anelli e, di seguito, quella dello sposalizio vero e proprio.

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Momento della danza di un corteo nuziale.

I party si distinguono per la categoria degli hotels che li ospitano e, quindi, lasciano chiaramente intendere la condizione sociale degli sposi.

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Corteo nuziale.

Arrivo al piazzare del “Jagannath Temple” e lo trovo più pieno che mai di mendicanti, venditori e pellegrini. Essendo domenica, alcuni negozi sono chiusi, ma i venditori sulla strada e nei piccoli negozi aperti sono ugualmente tanti.

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Mendicanti nel piazzale del Jagannath Temple.

Questo tempio è uno di quelli dove i non induisti non possono entrare e, questa volta, non faccio nemmeno il tentativo di accedervi. Faccio un giro sul piazzale e mi inoltro per la strada che porta alla spiaggia.

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Pellegrine in fila per entrare al Jagannath Temple.

Quindi, torno in guest house camminando sul lungo mare.

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Il piazzale del Jagannath Temple.

La spiaggia di questa zona è molto più affollata di quella ad Est della città, probabilmente per la sua stretta vicinanza al luogo sacro.

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La spiaggia accanto al Jagannath Temple.

Sta calando la sera di una giornata senza sole, ma la gente rimane ugualmente in spiaggia fino a tardi, in attesa della partenza dei loro mezzi.

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Puri, verso sera, sulla spiaggia verso il Jagannath Temple.

Puri, 28 gennaio 2019

La giornata è ventosa e senza sole anche oggi. Rimango quasi tutto il giorno in spiaggia ugualmente, trastullandomi tra la tea-stall e il lungomare, impegnata a leggere “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen.

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Un corteo nuziale con lo sposo vestito da maharaja.

Nel mio fatiscente hotel incrocio i russi che alloggiano da qualche tempo in due stanze diverse. Un giovane di circa 30 anni che fa parte degli Hari Krishna e vive da una decina d’anni a Vrindavan. Ogni sei mesi torna in Russia per il rinnovo del visto e per rivendere il materiale indiano acquistato qui. In un’altra stanza c’è una giovane donna russa che appartiene alla stessa religione. Con lei vive un bambino di 8-10 anni che frequenta la scuola elementare a Vrindavan.

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Dettaglio delle mani dello sposo.

Tornando sulla spiaggia incrocio un bellissimo corteo nuziale con lo sposo a cavallo, vestito da maharaja. Le danze degli invitati e le musiche si protraggono per lungo tempo sulla stradina bloccando il traffico, ma nessuno protesta.

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Lo sposo vestito da maharaja.

Di sera, il vento si è placato e torno in spiaggia. Mi siedo per cenare nella tea-stall che è diventata anche un po’ ristorante.

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La scelta del pesce per la cena alla tea-stall-ristorantino della spiaggia.

In un attimo vengo attorniata da venditori di collane, conchiglie, massaggi. Poi, quando arrivano i mendicanti scappo a rifugiarmi all’interno della baracca-ristorante.

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Puri, Orissa, 28 gennaio 2019. Sera sulla spiaggia.

Puri, 29 gennaio 2019

Oggi grandi traffici per cambiare la stanza che finalmente si è liberata. Il tedesco di 61 anni che la occupava è rimasto fino alla tre del pomeriggio, e soltanto a quell’ora ho potuto traslocare. E’ partito per Patuem, una località sul mare che sta immediatamente sotto Goa. Prendeva il volo da Bhubameswar a Calcutta e poi da lì raggiungeva, con un altro volo, Goa. A Patuem trascorrerà altre 5 settimane e poi rientrerà a Berlino per riprendere il suo lavoro di informatico. E’ partito anche l’altro tedesco, quell’anziano che insegna karatè qui a Puri. Lui è andato in Nepal per rinnovare il suo visto per l’India, al rientro.

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Puri, Villaggio dei pescatori. Donne sulla soglia di casa.

Nella giornata, trascorro diversi momenti spezzati sulla spiaggia, ma nel tardo pomeriggio, quando si  alza il vento, decido di fare un giro verso il mercato. Guardo le pescivendole, le venditrici di sarees, i negozi di frutta e di alimentari. Il mercato è gestito quasi esclusivamente dalle donne. Soltanto nei negozi di abbigliamento, mercerie, stoffe, articoli per la casa si vedono prevalere gli uomini.

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Puri, Villaggio dei pescatori, tardo pomeriggio del 29 gennaio 2019.

E’ ancora presto: decido di fare un giro al Villaggio dei pescatori. Qui, tra questa povera gente, c’è sempre una certa vitalità. Le donne stanno sedute sull’uscio delle case a chiacchierare, altre vendono poche cose nelle piccole baracche di lamiera adibite a negozietti, altre stanno impastando e cucinando dei fritti da vendere sulla strada.

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Puri, Villaggio dei pescatori, 29 gennaio  2019. Bambini all’uscita dalla scuola.

Sono le 17:00 e l’unica via sterrata del villaggio si anima di bambini e bambine in divisa azzurra e cravatta appena usciti dalla scuola con lo zainetto sulle spalle. Un gruppetto di bambini si avvicina ad una donna che vende per poche rupie dei dolcetti al latte e zucchero, preparati al momento. Scatto qualche foto spontanea e i bambini mi sorridono e si raggruppano per mettersi in posa.

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Lungo la strada sterrata del Villaggio dei pescatori.

Puri, 30 gennaio 2019

Ultimo giorno a Puri. Fa abbastanza caldo. Mi distendo in spiaggia a leggere e poi, dopo giorni e giorni di contrattazioni e rinvii, decido di cedere per un massaggio. Il massaggiatore è uno dei tanti che gironzolano tra i venditori della spiaggia. Anche lui, come i suoi colleghi, è munito di una borsa di plastica con dentro l’olio, un telo lercio per distendersi e uno straccio per pulirsi le mani. Questo massaggiatore, l’avevo già conosciuto durante il mio precedente soggiorno qui ed è molto bravo. Faccio anche il bagno, ma rifiuto l’offerta di noleggiare la camera d’aria di camion, come salvagente, che un indiano mi propone.

Arrivo sulla spiaggia e guardano il mare

Pellegrini all’arrivo in spiaggia, mentre guardano il mare.

Nel pomeriggio torno sulla spiaggia, ma si è alzato un vento talmente forte che, a malincuore, mi costringe a scappare. Cammino un po’ per la via principale. Guardo le persone, più donne che uomini, che attendono sedute, su dei gradini, di acquistare il pesce che poi rivenderanno al mercato del centro.

Pescivendola

Pescivendola.

Più su, incontro una giovane donna con delle ceste e dei contenitori già colmi di pesce sul capo. Anche lei, mi dicono, andrà a rivenderlo al mercato del centro. In questa via principale, ma periferica alla zona del “Jagannath Temple”, oltre ai numerosi alberghi, ristoranti, venditori ambulanti, ci sono delle officine meccaniche dove un adulto e dei bambini aggiustano le biciclette con molta passione.

Meccanici di bici

Meccanici di biciclette sulla Main street.

Più avanti, invece, c’è un’officina per le motociclette dove lavorano soltanto uomini.

Attesa di acquistare il pesce da rivendere al mercato del centro

Puri, Mercato del pesce. Rivenditori in attesa di acquistare il pesce da rivendere al mercato.

Puri 31 gennaio 2019

Sono in partenza per Varanasi. All’hotel, mentre sto uscendo, vedo passeggiare una signora ucraina anche lei Hari Krishna. Sta recitando il mantra con la mano nascosta dentro un sacchettino bianco, che porta appeso al collo. Ha quasi la mia età, fa l’insegnante di yoga ed un figlio di 25 anni che sta in Ucraina. E’ separata dal marito ed è molto legata alla sua religione e alla libertà di vivere. Trascorre lunghi periodi tra Puri e Vrindavan, i luoghi sacri degli Hari Krishna. Prendo un moto risciò per raggiungere la stazione ferroviaria.

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Sul moto-risciò, verso la Stazione ferroviaria di Puri.

E’ mattina, poco prima delle 10:00; sulla strada s’incrociano molte studentesse vestite di rosa, la divisa del loro college. Anche da questi abiti si intuisce la condizione socio-economica delle famiglie alle quali appartengono e, generalmente, i college sono privati. Mestre aspetto il treno alla stazione, osservo la differenza nella cura dei piedi delle donne: quelle più ben vestite hanno sia la pianta che le dita colorate di rosso mentre quelle più misere non portano nessuna decorazione. Però, tutte le donne coniugate indossano degli anelli alle dita dei piedi, più o meno preziosi.

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Arrivi alla Stazione ferroviaria di Puri.

La condizione sociale si evidenzia sia dalla cura nel corpo e dalla qualità dei sarees che indossano, sia dal valore dei gioielli che portano appesi al naso, alle orecchie, ai polsi, alle dita. Mi piace stare mescolata alla gente di ogni condizione sociale.

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Puri, Stazione ferroviaria, 31 gennaio 2019. Arrivi.

Forse questo interesse risale alla mia prima infanzia, negli anni ’50, quando vivevo in una borgata dove non succedeva niente. Tutto per me era aperto allora. Guardavo con ammirazione e sudditanza sia la gente benestante e acculturata sia quella che arrivava ogni tanto dalle città. Così, forse, allora io guardavo a quelle persone con gli stessi occhi di come ora questa gente vede me.

Hisilicon Balong
Puri, 31 gennaio 2019. La Stazione ferroviaria.

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